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Il Sentiero Bioregionale fa comunità

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L’incontro del Sentiero Bioregionale quest’anno si è tenuto alla Comunità degli Elfi di Avalon. Ospitiamo il resoconto dei protagonisti.
Quest’anno l’incontro di Sentiero Bioregionale si è svolto presso la Comunità degli Elfi di AVALON. Non è la prima volta che questo avviene, già ci siamo stati un paio di volte quando eravamo Rete Bioregionale, però questa volta è stato diverso… forse grazie ai rapporti nel tempo consolidati, forse grazie al fatto che le due tribù si sono finalmente viste sullo stesso sentiero, per Madre Terra (per chi non lo sa, la comunità degli Elfi è una tra le più longeve d’Italia e da sempre fedele alla pratica del ritorno alla terra). Sta di fatto che è stato un bell’incontro, sotto tutti gli aspetti: abbiamo goduto dei locali di Avalon ristrutturati con gusto e resi confortevoli, di una cucina sempre indaffarata a sfornare buon cibo, del paesaggio circostante gestito rispettando le valenze tra selvatico e coltivato, la bella musica suonata, gli spazi dedicati ai bambini (quest’anno in numero davvero notevole) e soprattutto la grande partecipazione dei partecipanti—residenti di Avalon inclusi—ai temi e discussioni attorno al Cerchio. 
Anche quest’anno, il tempo ha influito: variabile il venerdì, decisamente perturbato il sabato, ma in deciso miglioramento la domenica, non senza prima però farci passare attraverso i vortici di un  vento forte di maestrale. Ma eravamo preparati, anzi gli Elfi erano preparati, infatti un largo tendone ha protetto l’incontro per tutto il tempo. 
L’inizio ufficiale dell’incontro è avvenuto sabato mattina, con i convenevoli di rito, seguiti subito dopo dal bastone della parola che a turno dava voce ai partecipanti, che in cerchio si presentavano senza interruzioni o limiti di tempo. Un momento questo sempre di grande fascino per ricchezza e diversità di vissuti, pratiche e problematiche. Il tempo rimasto prima di pranzo è stato impiegato per fissare la scaletta dei temi in programma. 
Dopo pranzo, c’è stata l’apertura del mercatino nella stanza della pizza. Esposti una ricca varietà di prodotti sia alimentari che salutistici: Felice con alimenti secchi e olio d’oliva, Simon & Noa con creme e cera d’api, Laura con i saponi, Carlo con preparati di erboristeria, gli Elfi con miele, propoli…; artigianato vario di produzione elfica: cesti, sandali, braccialetti, posate in legno…, e una larga selezione editoriale: Felice con le produzioni del Seminasogni, Giuseppe con Lato Selvatico e LS Libraria, Etain con i suoi libri, lo stesso per Carlo, la bancarella di libri di Simon e Noa…. Tutte cose di grande qualità, segno confortevole di crescita del movimento. 
Il pomeriggio ha visto la riapertura del Cerchio con il tema proposto da Francesca: Nella nostra vita quotidiana, cosa ci fa sentire nel sentiero e cosa invece non ci fa sentire nel sentiero?  Quesito intrigante questo, che, alla luce delle complessità del mondo in cui si vive oggi, vale tuttora il monito espresso più di un secolo e mezzo fa dal filosofo D.H. Thoreau, che esortava a “semplificare! semplificare! Certo è che da allora le complessità sono andate via via centuplicando perciò, spesso, ci si trova ad accontentarsi di piccoli spazi mentali e fisici liberati. Oppure a gestire con cura il sentiero del proprio cambiamento e a seminare con gioia il vento del cambiamento. In altri casi invece c’è chi s’è inoltrato lungo il sentiero con decisione e determinazione… come gli Elfi da sempre baluardo di vita semplice. Le risposte al quesito quindi sono state in linea con le note sopra, una cosa comunque è parsa certa: tutti sono felici di essere sul sentiero, sia per la salute del proprio spirito, della propria bioregione e per Madre Terra.
Successivamente Mario ha relazionato sulla Valenza del Cerchio, e cioè l’importanza del cerchio, come forma d’incontro che rende tutti equidistanti dal centro—sede dello spirito del luogo— e quindi l’assenza della figura del capo; sull’uso del bastone della parola e sulla metodologia del Consenso,  per prendere le decisioni. Il superamento dell’attuale crisi dei valori societari e culturali passa anche attraverso un modo diverso di stare insieme… e stando insieme col tempo si sa si crea cultura. 
Dopo cena la serata è proseguita con musiche, balli e danze in stile elfico—con mandolini, fisarmoniche, chitarre, flauti, bonghi, violini, eccetera— in più un simpatico intermezzo  musicale che ha visto protagonisti due ragazzini Tzuf e Nevet, davanti a una platea gremita di grandi e piccoli, rispettivamente alla fisarmonica e organetto. 
Il Cerchio di domenica mattina è stato aperto da Clara, con l’argomento Nutrimento, inteso in senso ampio del termine, e quindi il nutrimento che ci viene dalle cose che facciamo, dal rapporto non mediato con la natura, dai sogni e dall’immaginazione, dal rapporto con gli altri, dalle cose che mangiamo o quelle che diamo ai nostri figli eccetera… Luciano degli Elfi ha introdotto il tema da lui proposto Salute e nuova medicina, relazionando principalmente sulla pratica del dott. Hamer, il quale sostiene che le patologie non sono mai fine a se stesse, e cioè disgiunte da tutto il resto, ma derivano da cause traumatologiche e/o conflittuali non risolte. Il Cerchio infine si è chiuso con la presentazione (Giuseppe) di due libri di recente pubblicazione in Italia: il librettino Indiano Parole di ringraziamento, voluto e realizzato dal popolo Haudenosaunee (le Sei Nazioni Irochesi) per il mondo occidentale (questa versione in lingua italiana è la decima realizzata) e il libro Nel mondo poroso del poeta, scrittore, buddhista e anziano del movimento bioregionale sin dall’inizio Gary Snyder. Per ultimo, Francesca, ha proposto un ‘giro’ di riflessioni sull’altro libro da noi recentemente pubblicato Riabitare la realtà della filosofa australiana Freya Mathews. 
Dopo un pranzo delizioso di riso e zucca e insalata di erbette selvatiche, che dagli Elfi non manca mai, abbiamo assistito ad una rappresentazione teatrale ideata e recitata con entusiasmo e verve dai ragazzi di Avalon (Riccardo, Fumo, Irene, Vittoria, Mar, Caterina, Roberta, Mario e altri di cui non ricordo il nome), che riassumeva la storia spesso tragica degli ultimi cinquant’anni: guerre, consumismo, inquinamento della terra, conflitti intergenerazionali… e infine la riscoperta di Madre Terra. Ma non solo, i ragazzi della cucina hanno voluto deliziarci con una torta con tanto di scritta “W Bioregionale”. 
Per ultimo il Cerchio di chiusura con un vibrante Om…… e di nuovo una grande grazie a Mario, Clara e Jan-vai e a tutti gli Elfi per l’ospitalità, al cuoco (di cui non ricordo il nome), Riccardo e i suoi teatranti e i musicisti tutti. Le spese sono state coperte con l’utilizzo del Cappello Magico… ‘magico… ‘magico… ‘il cappello è magico… oh oh ho… ‘magico… ‘magico……… 
Felice cammino a tutti
Giuseppe
(per Sentiero Bioregionale)

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