Come fabbricare in casa degli assorbenti lavabili con una comoda forma anatomica, e alcuni accorgimenti per renderli più pratici e meno ingombranti possibile.
Assorbenti fai da te
I miei primi assorbenti ricordo erano spessi almeno un centimetro, ingombranti, avevo sempre paura si vedesse che li portavo. Dalla metà degli anni ’90 sono comparsi quelli ultra-sottili e ultra-assorbenti, meno materia prima impiegata, ma sempre meno naturale.
Non ho mai vissuto il periodo che mia madre ricorda come scomodo e schifoso, in cui gli assorbenti erano dei teli ripiegati a rettangolo e appoggiati direttamente sulle mutande. Venivano messi a bagno in acqua fredda e poi lavati con cura.
Gli assorbenti usa-e-getta femminili sono stati effettivamente una grande rivoluzione per le donne. Essi hanno però comportato anche notevoli problemi ambientali: si calcola che una donna produca circa 300 chili di assorbenti durante il periodo fertile.
Vengono inoltre impiegate materie di derivazione petrolifera oppure cotone non biologico e sbiancato con il cloro. Già negli anni ’20 esisteva invece la coppetta mestruale, che ora si sta lentamente diffondendo anche in Italia. Decisamente la soluzione più comoda, pratica, economica ed ecologica. Se ci si preoccupa del proprio impatto sulla terra e se comunque si rimane diffidenti verso questo strumento oppure se si hanno problemi di sgocciolamento dalla coppetta nei primi giorni del ciclo, potrebbe essere una buona idea farsi degli assorbenti lavabili.
Grazie agli studi dell’industria del pannolino siamo ora in grado di cucire degli assorbenti lavabili come una volta, ma con una comoda forma anatomica e alcuni accorgimenti per renderli più pratici e meno ingombranti possibile.
Le spiegazioni si riferiscono alla creazione del salvaslip. Una volta compresa la tecnica base, possono essere creati tutti i tipi di assorbenti.
Materiali
L’ideale sarebbe recuperare cotone felpato e asciugamano sottile in cotone biologico. Date le difficoltà nel reperirli si può optare per stoffe (al 100% cotone o altri tessuti naturali) molto usate, prive di qualunque residuo tossico. L’importante è che il lato a contatto con la pelle risulti morbido e confortevole. Lo strato inferiore dell’assorbente o del porta-assorbente – se si opta per questa versione (vedi oltre) – dovrebbe essere in un materiale idrorepellente ma traspirante, onde evitare spiacevoli inconvenienti.
Serve poi una striscia di velcro adesivo, dei piccoli bottoni automatici e l’assorbente usa-e-getta che si vuole utilizzare come modello. Se il tessuto è nuovo, occorre prima immergerlo in acqua fredda, lasciandolo a bagno per una notte. Una volta asciutto non dovrebbe più restringersi.
Tecnica di base
Si incolla o si ferma con gli spilli l’assorbente modello sull’asciugamano per ritagliarlo lungo i contorni. Il numero di sagome da tagliare dipende dal grado di assorbenza che si vuole ottenere. Nel caso del salvaslip sarà solo uno. Si posiziona quindi il/i ritaglio/i di asciugamano su di un pezzo di stoffa idrorepellente (foto ) oppure sul cotone, se si ha intenzione di fare anche il porta-assorbente (vedi oltre). Si fissa con due cuciture perpendicolari nella parte centrale, oppure con dei semplici spilli e si cuce tutto il contorno.
Si posiziona poi un pezzo di stoffa di cotone dal lato del materiale idrorepellente (oppure sull’altro strato di cotone), lo si fissa con gli spilli e si ripassa la prima cucitura effettuata sull’asciugamano, lasciando aperto uno dei due lati corti. Si ritaglia la stoffa eccedente, a qualche millimetro dalla cucitura. Si gira l’assorbente su se stesso e si chiude il lato rimasto aperto. Su di un paio di mutande destinate a questo scopo si applica un lato di una striscia di velcro. Il lato complementare, della stessa lunghezza, lo si cuce sull’assorbente. Nella foto si vede il risultato del salvaslip applicato alle mutande.
Tipi di assorbente
A partire da questa tecnica base si possono poi realizzare tutti i tipi di assorbenti desiderati. Se si vuole un assorbente vero e proprio si parte sagomandolo da un assorbente usa-e-getta con le ali, alle cui estremità verranno poi applicati dei bottoncini automatici, che vanno allacciati al di sotto delle mutande. Per creare il portaassorbente, invece, si crea una struttura simile, con la differenza che il lato a contatto con le mutande deve necessariamente essere in tessuto idrorepellente. Gli assorbenti che vanno inseriti su di esso possono invece essere completamente in cotone e asciugamano. Unica modifica da effettuare è un sostegno per l’assorbente vero e proprio, che possono essere due fettucce ai lati corti del porta-assorbente, oppure due taschine. L’assorbente da inserire sul porta-assorbente può essere dritto, anatomico o con le ali.
La quantità di assorbenti che si deve realizzare viene di solito calcolata in una dozzina di assorbenti e in circa 6 porta-assorbenti. Dovrebbero essere una ventina se invece si usa il modello senza porta-assorbente. La quantità ideale dipende anche dalle caratteristiche, dalle abitudini di ciascuna e dalla durata del ciclo. Il numero di strati dell’asciugamano dipende dall’abbondanza abituale del flusso e dalla fase del ciclo in cui si usa l’assorbente. Conviene prima fare dei prototipi per testare il loro comportamento.
Lavaggio
Si lavano più spesso gli assorbenti dei porta-assorbenti. Si devono cambiare e mettere subito a bagno in acqua fredda per almeno 10 minuti con un po’ di sale.
Le macchie vanno poi pretrattate con un sapone tipo Marsiglia biologico (o autoprodotto) e lavate a mano o in lavatrice (a 60°). In caso di macchie persistenti usare con estrema precauzione acqua ossigenata a 36 volumi, lasciata agire direttamente sulla macchia per qualche minuto. Non usare mai varichina. Non bisognerebbe mai lasciare che il sangue si secchi all’aria, perché diventa difficile pulirlo. Quando si è fuori casa li si può risciacquare in acqua fredda, strizzare e mettere in una busta di plastica ermetica. Li si lava non appena si rientra.
Per chi non si volesse cimentare nell’autoproduzione, nei negozi di alimenti biologici sono in vendita diversi modelli di assorbenti lavabili. L’importante è che siano in cotone biologico al 100%: quelli colorati di solito non lo sono.
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