Da anni impegnato su questo fronte è il dottor Paolo Roberti di Sarsina, presidente dell’associazione
Medicina Centrata sulla Persona e autore di diversi studi pubblicati in letteratura scientifica.
Roberti di Sarsina sottolinea come già “nel 2010 l’OMS abbia annunciato il primo progetto di classificazione internazionale della medicina tradizionale” con lo scopo di creare un sistema unico e condivisibile in tutto il mondo basato sulle prove di efficacia e su una comune terminologia e classificazione delle diagnosi e degli interventi terapeutici. E sottolinea anche come “nella popolazione italiana si consolida un’ampia realtà sociale di scelte terapeutiche di prestazioni sanitarie e di salute di medicine tradizionali e non convenzionali ma le istituzioni sanitarie non hanno finora voluto né sono state capaci di mettersi al passo di questa realtà sociale ampiamente diffusa, disattendendo anche dalla risoluzione sia del Parlamento Europeo (1997) sia del Consiglio d’Europa (1999), né adottando il piano strategico sulle MNC dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2002)”.
“E’ patrimonio comune, ampiamente consolidato a livello nazionale e internazionale, che le Medicine Tradizionali e Non Convenzionali hanno definitivamente acquisito un ruolo stabile d’innovazione nel campo della salute. Ciò è oggi dimostrato anche dall’enorme interesse teorico e pratico che si manifesta sempre più in ambito universitario, ospedaliero e di assistenza sanitaria territoriale.Per produrre prove di efficacia delle MNC sono ovviamente necessarie risorse per la ricerca di qualità. E’ paradossale che l’establishment accademico e istituzionale chieda alle Medicine Tradizionali e Non Convenzionali prove di efficacia (meglio conosciuta come Evidence-based Medicine) quando non esistono, salvo rari casi, fondi statali erogati a tale scopo. Vi è necessità di nuovi paradigmi nel pluralismo della scienza è la sfida per il futuro non solo della Biomedicina, quale sistema dominante, e quindi bisogna rivedere la Medicina Basata sulle Prove di Efficacia per applicarla alle MNC. Vi è un vuoto nella comunicazione da parte delle autorità sanitarie italiane. Basti pensare che il Ministero della Salute non ha mai diffuso il dato riguardante che la Commissione Europea nell’ambito del piano europeo pluriennale di finanziamenti per la ricerca attualmente in vigore (il Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo in scadenza a dicembre 2013) è stato finanziato il Consorzio di Ricerca “CAMbrella” in ambito delle Medicine Tradizionali e Non Convenzionali, a fronte del fatto che in Europa 150 milioni di cittadini si curano con Medicine Tradizionali e Non Convenzionali.
Da quanto sopraesposto possiamo ricavare alcuni punti chiave:
1. Emerge in tutta evidenza il divario tra il ”sistema sanitario” e il ”sistema di salute” che si vuole considerare per affrontare e riprogrammare la sanità alla luce anche delle sempre maggiori difficoltà economiche della nazione.
2. Il sistema sanitario infatti non esaurisce tutto l’ambito tematico proprio della salute.
3. Si devono invece prendere in considerazione tutti i fattori che sono gli elementi significativi e significanti di un sistema di salute.
4. E’ ineludibile l’interazione tra diversi modi di intendere la medicina.
5. E’ indispensabile l’interazione tra la biomedicina e le medicine su base antropologica anche in termini di equilibrio sostenibile e di farmacoeconomia.
6. Sul territorio si ha sempre più la presenza di popolazioni migranti con bisogni complessi che portano diversi saperi di salute.
7. L’ambiente sociale influenza i processi psicologici che, a loro volta, hanno influenza su quelli biologici secondo l’ormai noto “gradiente sociale nella salute”. La presenza di gerarchie nelle società moderne non sembra essere eliminabile, ma le sue conseguenze possono variare dato che il fenomeno del “gradiente di salute” non è limitato ai paesi più poveri o alle classi sociali indigenti. La propria posizione nella scala sociale diventa importante e ha conseguenze sulla salute solo se la persona è privata di alcune possibilità collegate a bisogni fondamentali per il benessere di ognuno: il controllo sulla propria vita, la possibilità di partecipazione sociale, la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali per la propria salute, dato che non vi è vera libertà senza emancipazione.
8. Esiste la salute di genere, legata all’appartenenza a uno dei due sessi.
9. E’ pressante la richiesta sociale di: umanizzazione della medicina, minori effetti jatrogeni, più informazione corretta e innalzamento dell’etica e affidabilità delle pubblicazioni scientifiche (il complesso sanitario industriale da cui
passa la maggior parte delle risorse sanitarie incide a volte in modo pericolosamente negativo sull’autonomia e i risultati della ricerca); rispetto del diritto di libera scelta dei percorsi di salute.
10. Non è più sufficiente conoscere e studiare la “patogenesi”
11. Le Medicine Tradizionali e Non Convenzionali condividono l’impegno alla diffusione, educazione, studio della “salutogenesi” che si occupa di studiare le fonti della salute fisica, psichica e spirituale come responsabilità etica e
sociale, consapevoli della necessità di maggiore responsabilità ed emancipazione sociale.
12. Per produrre prove di efficacia delle Medicine Tradizionali e Non Convenzionali sono ovviamente necessarie risorse per la ricerca di qualità. E’ paradossale che l’establishment accademico e istituzionale chieda alle Medicine
Tradizionali e Non Convenzionali prove di Evidence-based Medicine quando non esistono, salvo rari casi, fondi statali erogati a tale scopo.
13. Vi è necessità di nuovi paradigmi nel pluralismo della scienza
14. Va quindi riconosciuta la “doppia libertà”, di scelta terapeutica del singolo e di cura da parte dei medici, adempiendo compiutamente allo spirito dell’art. 32 della Costituzione.
15. Il Servizio Sanitario Nazionale deve avviare un percorso virtuoso con l’obiettivo della Medicina Centrata sulla Persona.
16. E’ urgente e indifferibile l’intervento legislativo del Parlamento al fine dell’approvazione della legge quadro nazionale di regolamentazione sulle Tradizionali Medicine e Non Convenzionali.
17. Proponiano il Paradigma della Medicina Centrata sulla Persona, per una lettura e comprensione diacronica della realtà bio-psico-spirituale e della sofferenza degli esseri senzienti e la loro cura. Una visione che supera dunque ogni dualismo contrappositivo per una rifondazione epistemologica della Medicina”.
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