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Liberiamo i semi: firme contro il giro di vite dell’Europa

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La coalizione SeedFreedom ha avviato una raccolta di firme per contrastare le nuove norme europee in preparazione che vorrebbero restringere ancora di più i margini della libera circolazione delle sementi.
“La nuova legislazione europea sul commercio dei semi è un pericolo per la sicurezza alimentare e la democrazia”: con queste parole la coalizione SeedFreedom denuncia quanto sta accadendo a livello europeo e ha avviato una raccolta di firme per contrastare questa deriva ( puoi firmare cliccando qui). “Noi seguiamo lo spirito ghandiano, la disobbedienza civile di fronte a leggi ingiuste che mettono in pericolo i beni comuni. E i semi sono beni comuni – dicono i promotori dell’iniziativa – Sono un dono della natura e il risultati di secoli di duro lavoro dei contadini di questo pianeta che hanno selezionato, conservato e coltivato i semi. Sono fonte di vita e il primo anello della nostra catena alimentare.  Questo bene comune è in pericolo. La legislazione europea ha aumentato le restrizioni nell’accesso ai semi nei decenni passati e l’agricoltura industriale è diventata il modello dominante. Oggi solo le varietà di semi che vanno bene per queasta agricolturae questo modello possono essere messi in commercio in Europa. Devono superare complicati e costosi test, procedure di registrazione e la loro coltivazione dipende dalle sostanze chimiche. Questa legislazione ha fortemente ridotto la biodiversità e ciò minaccia gravemente la nostra sicurezza alimentare. I semi non sono più nelle mani di chi li coltiva; una manciata di multinazionali sementiere controllano e monopolizzano il mercato, le stesse sei multinazionali che controllano il 75% della ricerca in questo settore, il 60% del mercato dei semi e il 76% del mercato dei pesticidi. La nuova legislazione proposta dalla Commissione Europea sta peggiorando le cose, è ancora più  restrittiva, riduce la biodiversità e l’accesso libero ai semi per contadini e cittadini, incoraggia le multinazionali sementiere a richiedere diritti esclusivi sul mercato dei semi. Inoltre la legislazione punta ad escludere le varietà naturalmente più resistenti ai pesticidi e che si adattano meglio ai cambiamenti climatici. Insomma, le proposte della UE derubano i consumatori della loro libertà alimentare. I piccoli contadini sono il futuro, non devono essere un mercato di nicchia. Fate sentire la vostra voce e firmate l’appello: per rifiutare il monopolio delle sementi e chiedere il rispetto del diritto a semi e cibo sani e senza sostanze chimiche e ogm”.

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