Ipertensione: la giusta ricetta
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Ipertensione: la giusta ricetta
A volte lo stato ipertensivo marcia silenziosamente dentro di noi partendo da una sorta di “accumulo”: un lutto, un lavoro che va male, una relazione difficile, problemi economici, preoccupazioni e dispiaceri che non sono così cortesi da arrivare uno alla volta ma che, al contrario, si affollano alla nostra porta tutti insieme. Gli effetti della loro presenza non tardano a farsi sentire ed è naturale cercare di compensare il carico di disagio che portano con qualcosa a portata… di mano: una porzione di cibo in più a tavola, un bel pacco di merendine trangugiate quasi senza accorgercene davanti alla puntata dello sceneggiato preferito, qualche bicchiere di vino in più come scacciapensieri, un superalcolico che mantiene la mente sgombra per un pò e, per chi fuma, qualche sigaretta extra come antidoto alla tensione esistente. E poi, chi ce lo fa fare, depressi come siamo, di passegiare, muoverci e fare sport quando ci sentiamo immobilizzati da preoccupazioni e dispiaceri?
Ogni persona ipertesa o predisposta all’ipertensione ha un percorso molto personale a cui guardare. Per facilitare la ricerca della propria strada, può essere utile la lettura del nuovo libro di Paolo Giordo, Ipertensione: prevenire e curare con il cibo, ultimo uscito della collana « La salute nel piatto» di Terra Nuova Edizioni.
Occorre, poi, conoscere almeno sommariamente il funzionamento del nostro organismo: solo così ci sarà chiaro il senso degli interventi naturali che possiamo effettuare su noi stessi, insieme o al posto delle cure mediche tradizionali. Che il cuore sia una pompa lo sappiamo dalla scuola elementare. Meno conosciuta è la pressione sanguigna: ebbene, essa è il rapporto tra la forza con cui il cuore spinge il sangue in circolo e la superficie dei vasi sanguigni; dunque la pressione aumenta se aumenta la forza di spinta e/o se si riduce la superficie dei vasi. Meno noto ancora è il fatto che le cellule umane siano composte per il 95% di acqua, nella quale sono disciolte diverse sostanze; tra queste, per il buon funzionamento cellulare, risultano essenziali quattro elettroliti: sodio, potassio, calcio e magnesio, ognuno dei quali porta specifiche informazioni necessarie al controllo della pressione arteriosa e quindi all’equilibrio della cellula.
e il potassio riprende il suo posto; se con il cibo assumiamo più sodio del necessario (ad esempio eccedendo col sale da cucina), il potassio non riuscirà a riprendere il suo posto e, di conseguenza, nella cellula stazionerà il sodio; è noto, però, che questo elemento causa ritenzione idrica che, a sua volta, fa aumentare il peso corporeo, quindi il lavoro del cuore e di conseguenza la pressione sanguigna.
Ancora: colesterolo è una parola sulla bocca di tutti. Sappiamo anche che ce ne sono due tipi, quello buono e quello cattivo, ma la nostra conoscenza di solito finisce qui; Paolo Giordo ci spiega invece come il colesterolo sia, in realtà, una molecola essenziale per la salute delle cellule sia umane che animali; esso circola nel sangue trasportato da due differenti tipi di lipoproteine: una è la cosiddetta LDL, chiamata anche colesterolo cattivo perché tende a depositarsi sulle pareti delle arterie riducendone il diametro utile, e aumentando quindi la pressione del sangue; l’altra lipoproteina è l’HDL, detta anche colesterolo buono, in quanto capace di rimuovere dalle arterie il grasso depositato.
L’attenzione a tavola è fondamentale: mangiamo tre volte al giorno, ogni giorno, e ciò che mangiamo è il primo responsabile dellesostanze che circolano nel nostro organismo. Alcuni esempi: potrebbe essere necessario assumere meno sale, sebbene l’ipertensione non sia ad esso collegabile tout court: vi sono infatti intere popolazioni e singole persone che ne fanno un alto consumo senza che la pressione arteriosa ne risenta. Un problema differente ma ad esso collegato è il consumo di cibi conservati, i quali contengono spesso alte quantità di sale per aumentarne la piacevolezza al palato e migliorarne la conservabilità: ridurre o eliminare il consumo dei cibi conservati potrà aiutare a contrastare l’ipertensione o, quantomeno, a facilitarne la prevenzione.
i prodotti industriali, soprattutto biscotti e dolciumi.
Anche l’esercizio fisico contrasta l’ipertensione. Con la camminata e la corsa leggera si attua meccanicamente la vaso-dilatazione, così vengono più facilmente ossigenate tutte le zone di vascolarizzazione periferica e questo contribuisce all’abbassamento della pressione sanguigna. Anche andare in palestra può essere utile, l’importante è praticare un movimento graduale ed aerobico; non vanno bene, invece, attività in cui predominano movimenti violenti e improvvisi come, ad esempio, il sollevamento pesi, nei quali il
cuore si trova a dover sostenere uno sforzo improvviso. L’attività fisica va vista anche nell’ottica di «allentare» la presa dello stress sulla vita quotidiana, quindi saranno di valido aiuto le tecniche di rilassamento e auto rilassamento come lo yoga; da prendere in considerazione anche quelle discipline che mirano a padroneggiare i pensieri relativi a preoccupazioni concrete o ad una negatività più generale: neutralizzati quelli sarà ben più facile esercitare con naturalezza un controllo sul nostro stile di vita.
Fitoterapia: una soluzione concreta
Il libro è poi corredato dalle ricette della nutrizionista Giuliana Lomazzi, proposte e realizzate con il principio di utilizzare poco sale; a questo vengono sostituiti aromi e profumi che insaporiscono i piatti in modo salutare, uno fra tutti il dragoncello, pianta aromatica che nel nostro Paese meriterebbe maggior diffusione e che il ricettario non manca di esaltare. Altri aspetti interessanti di questa sezione del libro sono la valorizzazione di proteine altamente digeribili, il suggerimento di aggiungere a molte pietanze dei semi oleosi, notoriamente ricchi di grassi buoni, e le numerose ricette per la preparazione di dolci rustici, ideali per la colazione,
per un break o come dessert di fine pasto.
qualcosa in un orecchio, mentre la piazza cittadina e tutto il resto sono molto indietro, distanti. Chi è quell’uomo che parla all’orecchio della graziosa funambola? Per noi, corde tese del terzo millennio, può essere la voce della nostra volontà che ci invita a «scendere» dal filo e provare a cambiare.
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