L’idea di questa particolare coresidenza nasce infatti dal desiderio di ricercare il benessere degli animali trovando condizioni a loro più favorevoli e dall’esigenza di conciliare l’interesse per gli animali con le problematiche della vita quotidiana.
Siamo nella fase di formazione del gruppo, per ora costituito da 5 componenti, ma l’iniziativa, che stiamo sviluppando a Piacenza, è aperta a nuovi partecipanti.
Il progetto prevede la realizzazione di una struttura composta da unità residenziali ciascuna dotata di un giardino protetto, che può essere usufruito liberamente e in tutta sicurezza dal proprio animale, e di uno spazio comune e di servizio.
Una struttura che mantiene l’individualità della propria abitazione e modi di vita e dove anche le persone possono recuperare le dimensioni della socialità e dell’aiuto reciproco.
Il recupero dell’aspetto relazionale e della collaborazione nel rapporto di vicinato consente di coadiuvarsi a vicenda nella gestione dei vari aspetti del quotidiano anche nell’eventualità di un periodo di assenza potendo affidare il nostro animale, nel suo ambiente abituale, alle cure di persone a lui familiari evitandogli spostamenti traumatici in luoghi e con individui estranei.
Per concretizzare la proposta di cohousing siamo alla ricerca di un’area o di un fabbricato da recuperare localizzato nell’area urbana in una zona servita da infrastrutture e servizi pubblici in modo da essere agevole anche per le famiglie con bambini e gli anziani. L’iniziativa, in quanto modello abitativo alternativo a quello tradizionale, è infatti aperta a tutti, anche a chi non convive con animali.
Questo perché il progetto non vuole essere un’esperienza compiuta in se stessa, quasi un chiuso microcosmo animalista, ma al contrario condurre a una comunità varia e inter-generazionale.
La formula del cohousing, con forme alte di socialità e collaborazione, offre infatti un ambiente particolarmente adatto per la crescita dei bambini e per l’età avanzata attraverso un approccio che tiene conto della globalità della persona e del suo continuo evolversi in tutte le fasi della vita.
Fornendo ai bambini l’opportunità di giovarsi del significato educativo del rapporto con l’animale e di riaprire, anche ai piccoli che vivono in città, quella porta verso la natura che, secondo Lorenz, è il contatto con gli animali.
Inoltre l’animale ha una valenza terapeutica anche per gli anziani che possono trarre dal rapporto afftettivo-relazionale con esso un allungamento dei tempi di autonomia e l’alleviamento della sofferenza arrecata dalla solitudine e dall’isolamento, la diminuzione e la contribuzione alla gestione delle patologie senili.
I cui animali, anche in caso di ricovero o decesso della persona di riferimento, avrebbero la possibilità di essere spontaneamente accolti da un cohouser.
E un aiuto nella gestione della vita quotidiana può essere un incentivo all’adozione di cani e gatti.
Una coabitazione di questo tipo potrebbe infatti essere determinante per coloro che avrebbero voluto, ma che per problemi di spazio, tempo e mancanza di un ausilio, non hanno mai potuto avere un animale.
Infine l’iniziativa può concorrere alla riqualificazione urbana con un intervento attento alla qualità della vita e dell’abitazione, per la quale è prevista la personalizzazione degli spazi ambienti in base alle esigenze individuali, e costituire un riferimento ripetibile per ulteriori esperienze di co-residenza, poiché un simile modello abitativo è riproducibile anche in altre realtà.
In modo che i vantaggi offerti dal “vicinato elettivo”, attraverso la solidarietà e la cooperazione, determinino un miglioramento della qualità dell’esistenza umana e della vita animale e conducano ad un benessere condiviso.
Per ulteriori informazioni:
Arch. M.Cristina Bonvini, cel: 348 0353784; tel. 0523 322338