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Gli europei: “Lasciateci il biologico”

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Il biologico sta a cuore ai cittadini europei che hanno «fiducia» e lo acquistano – più di otto consumatori su dieci – perchè «questi prodotti sono privi di Ogm e di residui di pesticidi. Preoccupati di tutelare l’ambiente, sono disposti a pagare un prezzo più elevato per portarli in tavola». E’ il risultato della consultazione europea avviata a gennaio.
Il biologico sta a cuore ai cittadini europei che hanno «fiducia» e lo acquistano – più di otto consumatori su dieci – perchè «questi prodotti sono privi di Ogm e di residui di pesticidi. Preoccupati di tutelare l’ambiente, sono disposti a pagare un prezzo più elevato per portarli in tavola». Senza contare che il 90% degli italiani ed europei, con punte del 100% in Estonia e in Islanda, dichiarano che «organico per definizione significa Ogm-free e quindi è un motivo fondamentale per acquistare bio». E’ senza ambiguità la risposta degli europei alla consultazione pubblica lanciata a gennaio dal commissario Ue all’agricoltura, Dacian Ciolos, che ha permesso di riunire 45mila risposte di cittadini (il 96%) e di addetti ai lavori in Europa. I risultati sono considerati rilevanti in quanto serviranno da traccia alla Commissione europea per presentare la proposta di revisione della normativa Ue sul biologico che, attesa per il 2014, sarà quasi certamente sul tavolo della futura presidenza italiana dell’Ue, nel secondo semestre del prossimo anno. Per l’Italia è una sfida notevole, deve fare i conti con gli altri partner Ue, soprattutto la Francia che punta a raddoppiare entro il 2017 la sua produzione bio. Dalla consultazione pubblica emergono altre indicazioni. Così «il 74% di tutti gli intervistati chiede un rafforzamento della normativa sul biologico in Europa e per un 40% le norme dovrebbero diventare più rigorose, fino a prevedere sanzioni penali». Non solo. Si chiede anche di migliorare il sistema del controllo europeo dei prodotti biologici e cinque intervistati su 10 sono favorevole alla creazione di una banca dati europea per tutti gli operatori biologici certificati nell’Ue. Si avanza anche l’idea di introdurre nuovi strumenti per garantire la rintracciabilità del prodotto. Tra le richieste emerse anche l’introduzione della certificazione di gruppo per favorire l’export in Paesi extra-Ue. Ma è soprattutto «una maggiore informazione sui prodotti biologici» che reclamano a gran voce il 94% degli europei intervistati. È un’ulteriore conferma delle aspettative dei cittadini per un settore dove la domanda supera l’offerta e rappresenta una grande opportunità per gli agricoltori italiani ed europei.

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