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Forno a microonde: gli effetti sul cibo

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Nel mensile Terra Nuova di settembre torniamo a parlare della cottura nel forno a microonde e dei recenti studi effettuati circa gli effetti sul cibo e sulla salute.
Forno a microonde: gli effetti sul cibo
Già nel 2006 ci siamo occupati sul mensile Terra Nuova della cottura nel forno a microonde con l’articolo Microonde: cottura contronatura, nel quale veniva intervistato il dottor Hans U. Hertel, recentemente scomparso, uno dei pochi scienziati che ha avuto il coraggio di indagare fino in fondo i rischi dell’impiego dei forni a microonde andando in contro a non poche disavventure per aver voluto cercare la verità a qualunque costo.
A distanza di 7 anni da questo primo articolo Terra Nuova ripropone nel numero di Settembre 2013 della rivita un focus di approfondimento dedicato al forno a microonde, ai risultati dei recenti studi pubblicati in merito, cercando di capire quali effetti può provocare sul cibo e di conseguenza sulla salute umana.
Il mercato dei forni a microonde non è certamente in crisi, oggi vengono prodotti in tutto il mondo circa 25 milioni di apparecchi l’anno e moltissime famiglie li utilizzano. Ma non solo, si trovano nei bar, nei ristoranti e vengono persino utilizzati con ripetizione dai genitori per scaldare i biberon dei figli.
Nel caso dei forni domestici, come è evidente, gli effetti e le trasformazioni non si verificano direttamente su una persona esposta alle microonde, ma sui cibi che poi quella persona mangerà.
E qui sorge il dubbio: in quegli alimenti si saranno innescate modificazioni tali da renderli dannosi per la salute umana?
Proprio su questo punto le posizioni e le risposte non potrebbero essere più diverse.
C’è chi da una parte sostiene che i cibi cotti in questo modo perdano le proprietà nutritive e siano anche altamente pericolosi per l’uomo e chi invece sostiene che non si verificano modifiche in grado di influire sulla salute e sulla qualità dell’alimentazione. Posizioni contrapposte che generano grande confusione nei consumatori e che l’articolo Forno a microonde: gli effetti sul cibo, che trovate sul mensile di Settembre 2013 cerca di chiarire.
Riportiamo di seguito l’intervista al dottor Hans U. Hertel pubblicata sul mensile Terra Nuova settembre 2006 e fatta da Nicholas Bawtree:
Siamo andati a cercare il combattivo dottor Hertel per farci raccontare con le sue parole quali sono i rischi dell’impiego dei forni a microonde e le disavventure cui è andato incontro per aver voluto cercare la verità a qualunque costo.
Dottor Hertel, perché ha perso la causa intrapresa contro di lei dai rivenditori di elettrodomestici, quando i risultati del suo studio sui pericoli del cibo cotto a microonde erano così evidenti?
Non poteva andare altrimenti dal momento che il professore Michael Teuber dell’Institute for Food Science presso la Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, che al processo rappresentava la scienza ufficiale, dichiarò che secondo una ricerca in corso presso il suo istituto, i cibi cotti a microonde non rappresentavano nessun rischio per i consumatori.
Tuttavia, i risultati di quella ricerca non sono mai stati resi pubblici. Perché?
Semplicemente perché le sue conclusioni non erano in linea con quanto dichiarato al processo. Questo vuol dire che Teuber aveva intenzionalmente mentito davanti alla corte nel nome dell’industria. Anche alla luce dei risultati finali di quella tesi, Teuber non ha mai rettificato la sua dichiarazione, e tutt’oggi neanche la corte ha corretto il proprio verdetto.
Queste cose capitano spesso quando la ricerca scientifica va contro gli interessi dei grandi gruppi economici?
Tutta la ricerca scientifica che non è in linea con gli interessi dell’industria o del settore bellico non solo non viene sostenuta, ma per quanto possibile viene soppressa. La ricerca privata, quando mostra risultati che vanno contro gli interessi dei potenti, viene diffamata e perseguitata in tutti i modi possibili. Questo succede ormai da almeno un secolo, senza che l’opinione pubblica ne sappia nulla, anche perché la gente preferisce avere fiducia nelle autorità, specialmente per quanto riguarda il mondo scientifico, e credere nell’integrità delle università e delle organizzazioni statali; non è disposta a credere nella corruzione dei governi, delle industrie e ancora meno della scienza.
Ma quali sono state le critiche alla sua ricerca sui forni a microonde?
L’industria ha definito il nostro studio non scientifico perché abbiamo usato solo otto persone e perché alcuni dei risultati ottenuti non mostravano dei cambiamenti significativi ma solo delle tendenze, comprese all’interno di limiti scientificamente accettabili. Secondo la scienza ufficiale i test devono essere ripetibili per essere scientificamente corretti e quindi hanno bisogno di risultati statisticamente significativi, condotti attraverso migliaia di test su animali. Qualunque scienziato che si rispetti dovrebbe arrivare alla conclusione che questo tipo di procedura è del tutto inaccettabile, quanto priva di buon senso. Nei nostri esperimenti non volevamo mettere in pericolo i volontari che si erano offerti di fare da cavia e quindi li abbiamo sottoposti ad una singola ingestione alla volta di cibo cotto con microonde, con due settimane a disposizione per il recupero. In questo contesto, nessun cambiamento nel sangue potrebbe mai essere «significativo». Tuttavia, anche una tendenza persistente può dare l’informazione necessaria per vedere in quale direzione questi effetti si potrebbero sviluppare.
Ci può spiegare qual è il principio di fondo che rende le microonde così pericolose?
Le microonde generate tecnologicamente sono in contraddizione con la natura e quindi tossiche: stiamo parlando di un’energia basata sul principio della corrente alternata, mentre le energie naturali si basano sulla corrente continua a impulsi. Il sole irradia la sua luce in modo continuo, creando un flusso ininterrotto di impulsi che è in grado di portare e sostenere la vita sulla terra; le microonde invece, in seguito alle continue inversioni di polarità, creano un effetto di «scuotimento» e di separazione che causano nei tessuti biologici ed anche in quelli inorganici un processo di decadimento. L’effetto di questo è il cancro. Purtroppo le microonde hanno lo stesso effetto sul cibo, e attraverso questo sul corpo umano. Le strutture molecolari degli alimenti vengono deformate e quindi alterate nella loro forma e qualità. Il loro valore energetico, determinato dalla forma della loro struttura, viene alterato e questo processo rende gli alimenti tossici; mentre dal punto di vista della composizione chimica, le molecole sono le stesse e possono essere analiticamente rilevate. Per questo motivo, gli effetti della cottura di un alimento a microonde non sono evidenti nell’immediato, ma solo nel lungo periodo, per esempio con lo sviluppo di una forma cancerosa. Anche la comunicazione senza fili, come le trasmissioni su onde corte e la telefonia cellulare, funzionano con le stesse microonde, indipendentemente dalla loro frequenza, e quindi in principio hanno gli stessi effetti dei forni. Queste microonde riscaldano, deformano e distruggono le cellule del cervello e del corpo umano, ma anche quelle di animali e vegetali. Oggi viviamo in un immenso forno a microonde che ci sta cuocendo lentamente.
Cosa possiamo fare allora?
È necessario investire in tecnologie alternative ecologiche. Questo richiederebbe tuttavia che la scienza si basasse sulle leggi naturali, invece di cercare di trasformare i processi naturali a proprio piacimento come sta succedendo oggi. La natura comunica secondo il principio della corrente continua senza fare male a nessuno.
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