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Il certificatore energetico

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Anche in Italia non si può più autodichiarare la certificazione energetica degli immobili: nasce la figura del certificatore energetico, che assicura la correttezza e l’imparzialità della valutazione.
Gli agenti immobiliari si inquietano, gli affittuari si lamentano, gli sprovveduti non ne capiscono la ragione. Ma la certificazione energetica degli immobili è diventata un obbligo in tutte le operazioni di affitto e compravendita, e chiunque abbia a cuore l’ambiente dovrebbe rallegrarsene, visto che le nostre case sono responsabili di circa il 35% delle emissioni nazionali.
La figura del certificatore da un paio d’anni compare sempre più spesso nelle borse del lavoro e nelle banche dati dei cerca lavoro, visto che la Comunità europea, e finalmente anche l’Italia, ci impone di conoscere la classe energetica di appartenenza.
Non più autodichiarazioni
Fino a pochi mesi fa il proprietario poteva autodichiararsi in classe G, la peggiore, risparmiando quelle poche centinaia di euro per l’attestato di certificazione energetica e dichiarare il proprio fallimento ambientale. Una pratica che la legge vietava esplicitamente già dal gennaio 2012, ma su cui mancavano le rispettive sanzioni.
Dopo il ricorso presentato dalla Corte di giustizia europea, il governo ha promulgato il decreto 290 lo scorso 13 dicembre, che ha definitivamente abolito questa possibilità. Ecco che è finalmente partita la corsa alle certificazioni ufficiali, in una situazione piuttosto disastrata, visto che secondo le statistiche di Immobiliare.it solo il 53% degli annunci di vendita e appena il 37% di quelli in affitto è in regola con le nuove norme.
Il certificatore viene dunque nominato dal committente o proprietario dell’immobile per effettuare una sorta di diagnosi dell’edificio e compilare l’attestato finale, assegnando la classe energetica di appartenenza, che assomiglia a quella che siamo abituati a vedere su lavatrici e frigoriferi. Come richiesto dalla legge, il certificatore deve assicurare indipendenza e imparzialità di giudizio ai sensi degli articoli 359 e 481 del Codice penale. Non può dunque essere né il progettista, né il direttore dei lavori nominato per la costruzione o la ristrutturazione dell’immobile.
Quanto costa la certificazione?
Pur esistendo una tariffa minima di base, il costo di una certificazione energetica per una casa di medie dimensioni può variare da 250 a 800 euro a seconda del tipo di immobile, dello stato di fatto degli impianti analizzati e delle tempistiche necessarie a completare la procedura. Il panorama legislativo, purtroppo, offre anche delle linee d’ombra, che creano non poca confusione.
In Italia, come spesso succede, manca ancora un’omogeneità normativa, e le direttive nazionali non contemplano le metodologie di calcolo per la certificazione, lasciando spazio a criteri diversi per la qualifica degli operatori.
La Lombardia e la provincia autonoma di Bolzano, ad esempio, non utilizzano le norme tecniche nazionali del pacchetto UNI/TS 11300. Insomma, siamo in Italia, e ogni Regione fa un po’ per conto suo, anche sui sistemi di calcolo.
Come ammettono alcuni certificatori che abbiamo contattato, i dati, rilevati con software di calcolo, appaiono facilmente manipolabili, con risultati che possono essere anche piuttosto diversi, da tecnico a tecnico. Alcune realtà, come l’agenzia CasaClima di Bolzano, offrono criteri più stringenti, e hanno creato un marchio riconosciuto a livello internazionale: oltre a certificare gli edifici di nuova costruzione e di risanamento, con un protocollo di calcolo già attivo dal 1992, rilascia la certificazione di qualità anche per prodotti come porte e finestre.
L’agenzia ha comunque fatto scuola, visto che nella provincia autonoma di Bolzano già dall’ottobre 2002 si adottano i suoi principi nel regolamento edilizio, e dal 2011 è in vigore lo standard energetico minimo della classe B (sic!) da rispettare per la realizzazione di nuovi edifici.
Come si sono adeguate le regioni
Per adesso le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto fanno riferimento alle linee guida nazionali e non hanno un albo di professionisti accreditati per la redazione della certificazione energetica.
Le altre regioni, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, e le provincie di Trento e Bolzano, hanno invece una propria regolamentazione dettata da decreti regionali e si sono dotate di propri albi di accreditamento per i certificatori energetici. Infine, solamente quattro Regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta) possiedono un catasto energetico regionale.
La situazione appare in forte evoluzione, e le occasioni di lavoro non mancano. A tutela dell’utente finale aggiungiamo che, in un mercato ancora un po’ confuso, è meglio avere la certezza di rivolgersi a operatori qualificati, che hanno i requisiti e una formazione professionale adeguata. Un prezzo troppo basso, sotto i 250 euro, dovrebbe pertanto scoraggiare.
Avere di fronte un tecnico che si intende di risparmio energetico e bioedilizia ci aiuterà anche a trovare la soluzione utile per un intervento che ci aiuti a migliorare le prestazioni energetiche della nostra casa. Non una pratica burocratica, ma un beneficio per l’ambiente e il portafogli.
Per maggiori informazioni:
• Agenzia CasaClima – tel 0471 062140 – www.agenziacasaclima.it
• Casa Energetica – tel 800 589245 – www.casaenergetica.it
Software adeguati
Per fare i calcoli bisogna munirsi di software efficaci. La norma UNI TS 11300 è nata con l’obiettivo di definire una metodologia di calcolo univoca. Gli utenti interessati al rilascio del certificato di conformità del proprio software sono invitati a consultare il regolamento sul sito www.cti2000.it.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Maggio 2013, disponibile all’acquisto sia come copia cartacea che come ebook.

 

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