“L’Adhd è un ottimo esempio di malattia fittizia”. Sono le parole pronunciate in punto di morte dall’inventore della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), lo psichiatra americano Leon Eisenberg, pubblicate sul settimanale tedesco Der Spiegel.
“L’Adhd è un ottimo esempio di malattia fittizia”. Sono le parole pronunciate in punto di morte dall’inventore della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd), lo psichiatra americano Leon Eisenberg, pubblicate sul settimanale tedesco Der Spiegel. “Da sempre si sa che la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) è un’operazione di disease-mongering (strategia di marketing farmaceutico), un’invenzione di patologie inesistenti per vendere più farmaci”. Questo il commento a caldo del portavoce dell’associazione ‘Giu’ le mani dai bambini’, Luca Poma. Molti addetti ai lavori hanno “piena consapevolezza del fatto che molte forme di disagio infantile vengano classificate come Adhd. Ciò detto- prosegue Poma- non significa che non esistano bambini con problemi che debbano essere presi in carico”. Ma il discorso, secondo Poma, va incentrato su un altro punto: “Quale deve essere il ruolo degli adulti? Noi dobbiamo chiederci che tipo di risposta dare a questi problemi. Prendere la scorciatoia offerta dallo psicofarmaco, che solo in apparenza risolve i problemi, oppure indagare sui motivi veri e profondi che si celano dietro i disagi di questi minori?”. Una parte della comunità scientifica italiana “ama prendere le scorciatoie e scimmiottare il modello americano che ha dimostrato di non funzionare per nulla. Mi rivolgo quindi ai vari Zuddas, ai vari Maschietto, ai Masi e ai Bonati, per citare cognomi noti i Italia”. E dal 2004, ricorda il portavoce dell’associazione a difesa dei bambini, “che sosteniamo che lo psicofarmaco di per sè non cura nulla. I dati, anche della vicina Germania che vive un’impennata di diagnosi, ci dimostrano che il modello americano è sbagliato. Per questo motivo insistiamo con l’Istituto superiore di Sanità e l’Agenzia del farmaco per dare vita ad una campagna seria di sensibilizzazione su questo tipo di problema”. Certo, “esistono bambini iperattivi- spiega Poma- esistono oltre 200 patologie mediche e psicologiche che hanno l’iperattività tra i propri sintomi. La scempiaggine scientifica di chi riunisce tutto sotto un unico ombrello chiamato Adhd- prosegue il giornalista- è una scempiaggine di cui anche una parte degli esperti italiani si rende responsabile”. Dall’Iss e dall’Agenzia del farmaco “non abbiamo ricevuto alcuna risposta perché è difficile ammettere che da 10 anni proseguono su una strada sbagliata, dando psicofarmaci. Il disagio e l’imbarazzo di dover fare marcia indietro è comprensibile- precisa Poma – ma i bambini devono essere messi al primo posto. Invitiamo tutti i decisori- propone Poma- ad un confronto intellettualmente onesto su tale delicata tematica. Sarebbe bello organizzare un grande convegno, cosa che chiediamo da almeno un anno, in cui si paragoni il sistema italiano, tedesco, americano e inglese per cercare di capire quali sono i punti di forza nell’interesse dei bambini”. La soluzione per Poma non è “vietare la vendita dei farmaci come il Ritalin, perchè su internet si possono comprare. Si tratterebbe di un divieto formale e non sostanziale. Abbiamo bisogno di fare una battaglia culturale e di informazione, ricordando che non si risolvono i problemi della psiche ingoiando una pillola” . Luca Poma rivolge un appello al presidente dell’Iss, Fabrizio Oleari: “Essendo una persona di grande equilibrio e buonsenso, promuova un congresso pubblico con cui ci si confronti sui diversi modelli nazionali, lontano dalle infauste influenze del marketing farmaceutico, per capire quali sono le eccellenze da valorizzare”.