Vai al contenuto della pagina

Come cambiare vita ed essere felici

homepage h2

Alfredo Meschi, 45 anni. La prima cosa che viene in mente di lui è: ben spesi! Alla fine anni ’80 lascia il suo lavoro per seguire la sua passione per la natura.
A Livorno apre un antesignano negozio di prodotti biologici, che presto si trasforma in circolo culturale, al quale si aggiunge poi un ristorante, un asilo alternativo in collaborazione con il Comune e una mensa biologica per i piccoli ospiti. Dopo un’esperienza comunitaria in un casolare vicino a Pisa, Alfredo approda in Scozia con la moglie Ilaria e il figlio piccolo Elia, a Findhorn, il più antico ecovillaggio europeo. La famiglia prosegue il proprio viaggio visitando gli ecovillaggi dell’Europa meridionale per poi tornare in Italia e stabilirsi a Bosa. In questo piccolo paese sardo in provincia di Oristano, che si distingue per la conservazione del centro storico e per la vocazione all’accoglienza della sua gente, aprono un BBB, ovvero un Bed & Breakfast con Baratto.
Alfredo, direi di partire proprio da questa esperienza. Da cosa è nata questa idea?
In realtà ci piaceva già condividere casa nostra con altre persone a titolo gratuito. L’idea era un po’ quella del couch surfing, letteralmente «surf del divano», una rete online di ospitalità gratuita. Noi però offrivamo non solo il divano ma una camera da
letto, un bagno e la colazione gratis.  Per un po’ di tempo ha funzionato così, sull’onda del piacere del dono, poi ci siamo resi conto che soprattutto le persone di una certa età non erano preparate a lasciarsi donare l’ospitalità ed erano un po’ imbarazzate. Qualcuno ci ha chiesto se poteva portare qualcosa in cambio. Così è iniziato il baratto.
Ci puoi fare qualche esempio di quello che avete ricevuto in cambio?
Una serie di lezioni di ukulele per Elia; spettacoli per la gente di Bosa con musica e canzoni; una coperta antica ricamata a mano… Insomma: abbiamo creato un caos positivo!
Che nel 2010 è diventato addirittura un caso mediatico…
Sì, questo grazie anche alla lungimiranza di Giambattista Scivoletto, responsabile del più grande portale di B&B italiano (oltre 15.000 iscritti), a cui l’idea del baratto piacque così tanto che lanciò una volta all’anno la settimana del BBB, che attualmente
ha più di 80.000 simpatizzanti su Facebook.
Così siamo arrivati ai giorni nostri… e al tuo libro.
Sulla lunga scia del dono, dell’economia del dono, nasce 100 modi per cambiare vita ed essere felici, dove ho raccolto tutte le iniziative in atto e di facile accesso, in cui al centro vi è la relazione tra persone e non il denaro.
Ci puoi citare qualcuna di queste iniziative?
Qualche numero rende bene l’idea: il couch surfing di cui abbiamo parlato muove la bellezza di 3-4 milioni di persone all’anno, e così anche lo scambio casa. In pratica il mio libro raccoglie molte delle opportunità concrete per vivere meglio senza disponibilità economica: le ho concentrate in 100 modi, che corrispondono ai capitoli del libro e che sono alla portata di tutti, perché a misura di persona. Faccio un esempio: sono un ragazzo di 20 anni, non ho un lavoro, non ho più voglia di studiare, mi annoio ogni giorno al bar. Mi sembra di non avere scampo, né scelta. Sfogliando questo libro scopro che posso viaggiare, passando da un divano all’altro… senza tirare fuori un soldo e conoscendo persone e luoghi impensabili.
Questo titolo dà un po’ l’idea di un «catalogo»…
In effetti è come una grande finestra che dà su 100 panorami. Il bello è che dentro al paesaggio che descrivo puoi esserci anche tu che guardi! Ognuno dei 100 modi ha una parte introduttiva in cui specifico se è stata un’esperienza che ho fatto anche io e le mie considerazioni dal punto di vista affettivo ed emotivo. Poi vi è una descrizione dell’iniziativa a cui partecipare e in ultimo tutti i link, i siti, i recapiti utili per informarsi in prima persona e aderire.
A fine maggio, alla fiera Terra Futura di Firenze, partirà il primo «100 modi tour»: che cosa ti proponi con questo viaggio che ti porterà in tutta Italia?
Viaggerò con un camper, che sarà anche il mio «ufficio mobile», e offrirò consulenze gratuite. Si partirà dal riconoscere cos’è che veramente ci dà piacere e dalle proprie esperienze professionali: questi possono essere degli ottimi trampolini per lanciarsi verso un cambiamento vero e convincente.
Passami la provocazione: tutto questo non è un po’ semplicistico?
Deve essere semplice, non semplicistico: sono tre i fondamenti del percorso, e non devono essere confusi o sovrapposti. Si parte come dicevo da un desiderio di cambiamento: se questo desiderio c’è, vuol dire che la persona è già cambiata, se no non sentirebbe niente; da qui si può partire. Poi c’è lo scollocamento: buona parte della nostra infelicità ce la dà il lavoro: o ne abbiamo troppo e ci soffoca, o ne abbiamo poco e non riusciamo a viverci, o non lo abbiamo affatto e ci struggiamo dal desiderio di averlo. A seconda delle esperienze professionali e della capacità di ognuno, si possono pensare soluzioni diverse di lavoro e di vita.
C’è poi la disoccupazione creativa, ovvero imparare a credere fermamente che anche se non sei pagato, anche se ciò che fai non è monetizzato, può avere ugualmente un valore. Insomma, la persona che non guadagna denaro non deve essere sminuita! Puoi fare mille cose che ti restituiscono dignità, ti danno piacere, ti rendono importante per gli altri. La disoccupazione creativa possono praticarla tutti e porterà più cambiamenti positivi di quanti ne abbia portato il lavoro fino ad oggi.
Entriamo nel vivo dei «100 modi». Si pensa che i cambiamenti vadano sempre fatti in gioventù, quando non hai famiglia e non sei ancora disilluso. Ma se non hai più vent’anni o trenta? Hai pensato anche a loro?
Ho pensato ad alcuni percorsi base da offrire secondo l’età, in modo che tutti sappiano che possono cambiare. L’importante è cominciare con qualcosa che piace e che si sente come buono, giusto e divertente per se stessi, poi il resto viene da sé. Pensiamo a una ragazza che si affaccia al nostro ufficio mobile per una chiacchierata. Forse ha terminato le scuole superiori, forse ha abbandonato prima, di certo ha poca fiducia nella possibilità di trovare un lavoro soddisfacente dove abita, e altrettanta poca fiducia nell’imbarcarsi in altri cinque anni di studi universitari senza garanzie… A lei credo che proporrei di iniziare il suo viaggio di cambiamento con il capitolo 2 («Wwoof: ospitalità in cambio di lavoro nelle aziende biologiche»), oppure 8 («Volontariato ambientale nel mondo»), per poi passare al 35 o al 63. Immaginando questo viaggio, la vedremo visitare nuovi paesi, realtà lavorative, contesti sociali, imparare nuove lingue e professioni. Spendendo poco o niente.
Poi la vedremo studiare, finalmente, per conoscere il mondo, per vivere, per stupirsi ed ispirarsi, partecipando al Global Campus di Tamera (63) o a qualche corso innovativo dello Shumacher College (35).
E per i trenta-quarentenni?
Immagino un uomo che si siede con noi, parlandoci dei ritmi di vita ormai umanamente insostenibili del suo lavoro. Che sia l’impiegato o l’operaio precario o un dirigente che non ci sta più a recitare la parte di chi rende precaria la vita dei propri dipendenti, il viaggio questa volta potrebbe iniziare con i capitoli 70 («Mollo tutto!») e 73 («Scollocarsi»). Principalmente per esplorare i mille legami che da essi si aprono, per rendersi conto soprattutto che non sono i soli a non farcela più. Poi, un salto al capitolo 34: le transition town. Niente di meglio per vedere un mondo che gira a un’altra velocità ma che, al tempo stesso, non è troppo distante dal loro immaginario… Già che sono in viaggio, magari proprio nella cittadina inglese di Totnes, consiglierei loro di approfittare anche della proposta del capitolo 88 («I laboratori di coccole»). Tutti abbiamo bisogno di un contatto affettuoso, specialmente in un momento di cambiamento!
E mettiamo invece che mi fossi affacciata all’età della pensione, un po’ dubbiosa sul mio futuro e insoddisfatta di quello che ho fatto fino a questo momento?
Ecco l’età d’oro! Direi di cominciare questa fase… stupendosi. Con il capitolo 71 («Festival per aprire la mente»), partecipando a uno di quegli incontri corali, innovativi, creativi, rivoluzionari e farsi avvolgere da visioni del mondo davvero stimolanti. Poi direi di farsi ispirare dal coraggio che emana Heidemarie Schwemer nel capitolo 47, ma anche dalla lungimiranza espressa nel capitolo 16, che descrive l’esperienza del «senior cohousing». Per ultimo, proporrei un’apertura sul capitolo 92 («Guarire con l’arte»), uno sguardo intenso sulle possibilità che l’arte e l’espressione creativa ci offrono per coltivare la nostra salute, continuando a crescere.
Durante il 100 Modi Tour ogni persona che verrà da te troverà un percorso disegnato su misura?
Naturalmente. Durante il tour, con le persone davanti, questi percorsi si arricchiranno di idee dal vivo in base alle esperienze, alle richieste, alle storie di ognuno. Ho fatto il trainer per il teatro dell’oppresso: metterò tutta la mia esperienza in gioco.

Le loro proposte, idee e progetti per il cambiamento sono stati raccolti in un nuovo libro di Terra Nuova Edizioni, dal titolo 100 MODI PER CAMBIARE VITA ED ESSERE FELICI che trovate in vendita in offerta su www.terranuovalibri.it

 

www.terranuovalibri.it

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!