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Ogm e clausola di salvaguardia: rinviata la discussione delle mozioni

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Il 15 maggio, su proposta del ministero delle politiche agricole De Girolamo e con parere favorevole del presidente della commissione agricoltura, Roberto Formigoni, è stata rinviata la discussione sulle mozioni che spingono per la richiesta della clausola di salvaguardia sugli ogm.
Il 15 maggio, su proposta del ministero delle politiche agricole De Girolamo e con parere favorevole del presidente della commissione agricoltura, Roberto Formigoni, è stata rinviata la discussione sulle mozioni che spingono per la richiesta della clausola di salvaguardia sugli ogm. All’ordine del giorno erano state inserite le mozioni 1-00019 (testo 3), presentata dalla senatrice De Petris e da altri senatori, 1-00027, presentata dalla senatrice Fattori e da altri senatori, 1-00038, presentata dal senatore Bitonci e da altri senatori, 1-00040, presentata dal senatore Berger e da altri senatori, e 1-00042, presentata dal senatore Formigoni e da altri senatori, sulle colture geneticamente modificate.
Citiamo dal resoconto stenografico della seduta.
Il ministro delle politiche agricole De Girolamo ha detto:
“Mi sembra che, in fondo, la sensibilità sull’argomento sia la stessa, e sia incentrata soprattutto sulla necessità che l’agricoltura italiana si distingua per eccellenze e si presenti sui mercati per la qualità dei prodotti e non per la quantità. Pertanto, in assenza di pregiudizi e facendo un’ampia distinzione fra ciò che è ricerca e ciò che è utilizzo degli OGM, preciso che non vi sono colture OGM autorizzate nel nostro Paese. L’unica richiesta di autorizzazione, respinta nel passato, proveniva dalla Monsanto. Ho ascoltato le senatrici e i senatori intervenuti. Non ho alcun pregiudizio ideologico rispetto alla clausola di salvaguardia. Devo però precisare che la richiesta del ministro Balduzzi ancora non riguardava tale clausola, bensì le cosiddette misure d’urgenza. Non c’è contrarietà ideologica da parte mia, lo ribadisco, ma è necessario far salve tutte le condizioni giuridiche d’intesa con il Ministro dell’ambiente (come qualcuno giustamente ha ricordato) e con il Ministro della salute. Mi sembra, ad ogni modo, che vi sia una condivisione sul tema. A tal proposito, vorrei anche tranquillizzare la senatrice Cirinnà – mi sembra fosse lei, e mi scuso se non è così, ma, provenendo dalla Camera, ho ancora difficoltà a ricordare il nome di tutti – la quale, se non sbaglio, ha fatto riferimento ad un allarme riguardo alla presenza di sementi geneticamente modificate relativamente alla quale il Ministero dell’agricoltura ha già sporto denuncia all’autorità giudiziaria, chiedendo  contestualmente ai Carabinieri e alla Guardia forestale di prestare in merito la massima attenzione. Questo accadeva sei mesi fa: quindi c’è già un’allerta riguardo alla presenza di semi di tale natura, problema cui il Ministero sta dedicando particolare attenzione. Ripeto, dal momento che l’orientamento dell’Aula mi sembra unanime, penso sarebbe un bel segnale se le cinque mozioni confluissero in un unico testo, a dimostrazione di una posizione dell’Assemblea condivisa in ordine ad un argomento così importante. Come ho già detto, infatti, l’Italia in questo periodo, ma soprattutto negli anni che seguiranno, si gioca un’importantissima partita nell’agricoltura; partita che si fonda interamente sul made in Italy, sul mangiare sano, sulla trasparenza, sull’etichettatura, su un agroalimentare che tuteli non solo l’ambiente e le nostre terre, ma anche i nostri agricoltori e, quindi, le eccellenze del made in Italy. Pertanto, un rinvio della discussione delle mozioni anche alla prossima settimana, compatibilmente con i lavori dell’Aula, signor Presidente – non compete a me stabilirlo – al fine di trovare un’unica posizione su un argomento così importante sarebbe un bel segnale per il mondo agricolo e, soprattutto, una dimostrazione di rispetto nei confronti dei tanti agricoltori che, con grande fatica, si occupano di fare agricoltura – che è anche un atto politico – in questo Paese”.
Favorevole al rinvio si è dichiarato, guarda caso, anche, appunto, Formigoni.
 

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