Metodo Tomatis
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Il metodo audio-psico-fonologico, meglio conosciuto come metodo Tomatis, nasce negli anni ’50 ad opera della geniale intuizione del francese Alfred Tomatis (1920-2001), medico otorinolaringoiatra, che individuò la stretta correlazione tra orecchio, linguaggio e comportamento. Egli notò che le frequenze dei suoni che la voce non riesce a emettere sono le stesse che l’orecchio non riesce a percepire in modo corretto. Alla base di questa incapacità di ascolto possono esserci cause organiche (incidenti, malattie), ma anche abitudini di ascolto alterate, legate a traumi emotivi subiti fin dall’infanzia e addirittura già nella vita fetale.
Se si perde la capacità di ascoltare certe frequenze, si va incontro a un progressivo e fisiologico rilassamento dei muscoli dell’orecchio medio. Con il tempo, questo può portare allo sviluppo di difficoltà nell’apprendimento, stanchezza, irritabilità, disturbi del linguaggio, disturbi del comportamento e depressione. Considerando che il suono si propaga anche per la struttura ossea, anche la consapevolezza del proprio schema corporeo e il controllo posturale e motorio possono risultare alterati. Restituire all’orecchio traumatizzato la possibilità di ascoltare in modo nuovo e diverso è lo scopo principale di questo metodo.
Chi si sottopone al trattamento ascolta suoni filtrati attraverso l’ausilio di speciali cuffie. Dopo un certo numero di sessioni, dovrà riprodurre vocalmente i suoni percepiti. La sua voce sarà captata dalla macchina, filtrata e restituita all’ascolto. I suoni a cui si fa ricorso durante le sedute sono le musiche di Mozart, soprattutto i concerti per violino, ricchi di frequenze acute, e i canti gregoriani, che contengono tutte le frequenze della voce umana e presentano un ritmo simile al respiro.
Un momento importante del trattamento è rappresentato dal cosiddetto parto sonoro, durante il quale l’audizione del suono passa da un filtro di tipo acquatico a un suono di tipo aereo. Questo costituirà per il soggetto l’inizio di un nuovo percorso di pedagogia del suono con risultati che perdureranno nel tempo.
Il metodo applicato all’autismo. Questo approccio ha vaste applicazioni in ambito comunicativo, comportamentale e in tutti i disturbi dell’apprendimento. Anche soggetti affetti da gravi patologie come l’autismo possono trarne beneficio. È stata osservata la sua efficacia sia nella riduzione dell’ipersensibilità ai suoni, che nello sviluppo di una maggiore interazione con l’esterno. a non solo: risulta valido anche per migliorare il tono dell’umore, l’attenzione e le abilità linguistiche.
dello sviluppo.
Studi condotti in Francia, nell’ospedale di Vesoul, hanno posto l’attenzione sugli effetti del metodo durante i percorsi di preparazione al parto. Oltre un centinaio di gestanti hanno sperimentato l’ascolto di suoni filtrati. I risultati hanno evidenziato una riduzione del tempo di travaglio e del ricorso a parti cesarei.
Inoltre, la rieducazione al suono, stimolando le aree corticali, sembra facilitare l’apprendimento delle lingue straniere e arricchire la capacità creativa ed espressiva di musicisti, cantanti e attori. La conduzione ossea del suono, unitamente all’interazione di vestibolo e coclea, favoriscono infine l’equilibrio, la coordinazione, il ritmo e la motricità, trovando applicazione sia in ambito riabilitativo che nel miglioramento delle prestazioni di sportivi e ballerini.
Esiste uno specifico percorso di studi in audio-psico-fonologia secondo gli standard del metodo, in cui la formazione è affidata a docenti internazionali, allievi o collaboratori dello stesso Tomatis. Il percorso formativo prevede 2 livelli, suddivisi in 4 corsi di due fine settimana ciascuno. A loro volta questi sono integrati da: 70 ore di sedute personali con O.E.; un atelier audio vocale di 3 giorni sulla voce; un corso teorico pratico di approfondimento su tutte le conoscenze acquisite. Il primo livello (S1) è aperto a tutti coloro che intendono conoscere il metodo.
Negli ultimi anni si sono diffusi percorsi di formazione alternativi basati su rielaborazioni e nuove interpretazioni del metodo, alcuni organizzati dalle stesse ditte produttrici di apparecchi. È pertanto consigliabile assicurarsi che gli strumenti e il percorso didattico rispondano pienamente ai parametri dell’approccio originale.
Specializzarsi nel metodo Tomatis rappresenta un modo per arricchirsi professionalmente. Ciò potrebbe tornare utile soprattutto considerando che, in Italia, gli operatori certificati sono ancora pochi, mentre le sfere di competenze e le possibilità di applicazione risultano sempre più vaste. Recentemente il metodo è molto utilizzato anche in ambito aziendale, sia per agevolare la comunicazione con clienti di lingua straniera, sia come strumento di facilitazione nel lavoro di gruppo.