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Minori allo sbando nelle periferie del sud

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Le periferie delle città del Sud confermano al cento per cento la collocazione dell’Italia ai livelli più bassi delle classifiche sul benessere dei bambini e degli adolescenti, che emerge dal Rapporto dell’Unicef.
Le periferie delle città del Sud confermano al cento per cento la collocazione dell’Italia ai livelli più bassi delle classifiche sul benessere dei bambini e degli adolescenti, che emerge dal Rapporto dell’Unicef. A testimoniarlo è Ivano Abbruzzi, responsabile progetti dell’Albero della vita-onlus impegnata da anni nella tutela dei diritti dei bambini. Dal 2012 l’associazione porta avanti dei progetti nelle periferie di Palermo, Napoli e Bari. Toccando con mano tutte le problematiche che coinvolgono i minori di questi quartieri degradati, dalla dispersione scolastica allo sfruttamento da parte della criminalità, dalla povertà alla carenza di servizi. “D’altronde – dice Abbruzzi all’ANSA – non è un mistero che la povertà minorile sia in crescita, l’ultimo dato parla di circa un milione e 800 mila minori in povertà relativa, e che questa povertà è concentrata soprattutto al Sud: solo in Sicilia sono 423 mila. E nelle periferie i fenomeni si acuiscono maggiormente, noi che ci lavoriamo lo constatiamo continuamente”.  Periferie come i quartieri Brancaccio e Zen a Palermo, San Paolo ed Enziteto a Bari, Scampia a Napoli. Dove c’è grande abbondanza di “neet”, i ragazzi che non studiano nè lavorano, e “si percepisce che sono sempre più coinvolti in attività criminali come furti e spaccio di droga”. “Laddove il tasso di disoccupazione degli adulti va dal 50 al 75%, è chiaro che i primi a essere penalizzati sono i minori” spiega. Gli operatori dell’Albero della vita cercano di agganciare questi bambini e adolescenti, di coinvolgerli in attività ludiche, come a Scampia dove hanno organizzato un “circo sociale” al quale partecipano sia bambini italiani che rom. L’intento è quello di toglierli dalla strada e riportarli a scuola e il mezzo è l’insegnamento della clownerie, dell’acrobatica, della giocoleria e dell’equilibrismo. Nel 2012 hanno partecipato in 40, altrettanti quest’anno.  A Bari, a Enziteto, si lavora alla realizzazione di cortometraggi sulle condizioni di vita del quartiere e a San Paolo al contrasto alla dispersione scolastica attraverso laboratori per diventare operatori dei “ludobus”, camion con giochi che i ragazzi portano nelle scuole per insegnare ai più piccoli l’importanza dell’istruzione.  “Sono zone del Paese dove è cresciuta e si è radicata una cultura che va a braccetto con la criminalità, dove il livello di corruzione è alto e le carenze infrastrutturali enormi.Quartieri, come Brancaccio a Palermo, che hanno una storia intrisa di politica corrotta e illegalità. Dove la politica si è occupata solo di prendere voti e le istituzioni hanno abbandonato il territorio” è l’amara conclusione.

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