Cosa possiamo fare per ridurre in maniera significativa l’inquinamento indoor delle nostre case? Le case che fanno ammalare…
Case che fanno ammalare
In casa si respira aria cattiva. Impianti termici inadeguati, sigarette, vernici, mobili, tappezzeria, polveri, e soprattutto una diffusa incapacità a ventilare gli ambienti causano non pochi problemi alla nostra salute.
Il rapporto europeo denominato Iaiaq – promoting actions for healty indoor air conclude che in Europa addirittura il 3% di tutte le malattie sarebbe determinato dall’inquinamento domestico. Il problema è più grave di quanto si pensi. Al giorno d’oggi, a cominciare dalla più tenera età, passiamo mediamente dal 60 al 90% della nostra vita in ambienti chiusi, siano appartamenti privati, uffici o locali pubblici.
Già da tempo, gli scienziati hanno confermato che negli ambienti interni si accumula un pericoloso cocktail di inquinanti, che provoca o acuisce patologie come malattie respiratorie, allergie e intossicazioni varie. Non solo, esso favorisce anche lo sviluppo a sostanze come il radon, l’amianto, il fumo di tabacco, lo smog veicolare, le emissioni degli impianti di riscaldamento, ma anche i comunissimi VOC (composti organici volatili) liberati da vernici sintetiche, pannelli truciolati e superfici composite per l’arredo. Infatti, come certificano diversi istituti di ricerca: formaldeide, benzene, monossido di carbonio, polveri ultrafini, radon sono presenti in maggiori concentrazioni più all’interno degli edifici che all’aperto.
Le malattie però insorgono a causa delle cattive abitudini, come un pessimo ricambio d’aria, o per via della presenza di materiali di costruzione dozzinali, muffe, condense e detergenti aggressivi. L’indagine ha provato anche a stilare una classifica dei Paesi in cui gli ambienti interni sono più salubri. Ai primi posti si collocano Svezia, Finlandia, Regno Unito e Francia; i peggiori invece sono Romania, Bulgaria e Ungheria; mentre l’Italia si colloca a circa metà classifica, dopo Austria, Germania, Grecia, Portogallo, Belgio, Irlanda e Spagna.
Cosa possiamo fare per ridurre in maniera significativa queste insidie?
La prima raccomandazione degli esperti rimane quella di evitare di fumare negli ambienti chiusi, ma anche di garantire una sufficiente aerazione degli edifici, cercando di ridurre la presenza di materiali tossici come la formaldeide.
Una mobilia in legno massello, vernici permettendo, avrà un carico di emissioni sicuramente inferiore a quella in laminato o mdf. Meglio dunque stare alla larga dai materiali sintetici, avvantaggiarsi della compagnia delle piante antismog e privilegiare tinteggiature naturali a base di calce permeabili al vapore, che evitano la formazione di muffe e aiutano a conservare la giusta concentrazione di umidità.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Aprile 2013, disponibile anche come eBook:
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