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Tutti in Australia?

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L’editoriale del direttore di Terra Nuova Mimmo Tringale, sul mensile di Aprile 2013 con una riflessione circa lavoro, giovani e fuga di cervelli.
Tutti in Australia?
Il governo australiano ha stanziato 3,2 milioni di euro per attrarre, con un bando internazionale, giovani fra 18 e 30 anni in cerca di occupazione. L’offerta consiste in un visto di vacanza-lavoro e la possibilità di impiego per 6 mesi con un compenso di circa 78 mila euro. Non si tratta di lavori qualunque, ma di figure professionali che in Italia molti sognano: guardia forestale nei parchi nazionali, esploratore dell’outback (il profondo territorio selvaggio del Nord), sommelier, assaggiatori di cibo, fotografo e animatore.
Questo bando è la conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che siamo proprio agli antipodi dell’Australia non solo dal punto di vista geografico, ma soprattutto mentale. Mentre in Italia per “risparmiare” si tagliano fondi alla ricerca e all’occupazione, costringendo i giovani a fare le valigie, l’Australia investe per catturare i cervelli in fuga dai paesi come il nostro. E non lo fa per buon cuore, ma semplicemente perchè si tratta di un affare molto redditizio.  Si stima che l’educazione di un individuo da 0  a 25 anni costi in Italia circa 400 mila euro, di cui la metà è a carico dello Stato.
Lasciare andare via un ragazzo proprio quando è nell’età giusta per restituire con il suo lavoro e la sua creatività quello che le famiglie e lo Stato hanno investito per la sua formazione è una perdita secca per l’intera collettività. Se poi si tratta di un laureato o di un ricercatore, il danno economico è ancora più elevato: almeno 1 miliardo di euro l’anno. A tanto ammontano, secondo uno studio dell’Istituto per la competitività, i mancati introiti prodotti dai 243 brevetti registrati dai nostri ricercatori trasferitisi all’estero. Introiti che sono andati a incrementare il Pil del paese ospitante, non certo il nostro.
Ma non è solo una questione di Pil. Far scappare i giovani all’estero vuol dire mettere a repentaglio il futuro del nostro paese, reso sempre più grigio da una parte dal progressivo invecchiamento della popolazione, dall’altra dalla fuga dei giovani. Il confuso e instabile quadro politico rende assai difficile prevedere la fisionomia del prossimo governo, ma di una cosa possiamo essere certi: nessuna ricetta di uscita dalla crisi potrà essere credibile se al primo posto non metterà una seria politica di sostegno alla ricerca e all’occupazione dei giovani.
In attesa di buone nuove, un consiglio per i lettori più giovani: date un’occhiata al bando australiano su www.australia.com/bestjobs. Le domande devono essere compilate entro il 10 aprile e i fortunati che supereranno le selezioni dovranno essere ai loro “posti” già il primo agosto.
Sei mesi in Australia sono un’ottima occasione per arricchire il vostro curriculum e la vostra esperienza. Ma poi tornate, l’Italia ha bisogno di voi.

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