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Delude la riforma della Politica Agricola

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La riforma della PAC è stata votata. Il Parlamento europeo ha detto sì a una riforma della Politica Agricola Comune 2014-2020, che costituirà la base dei negoziati nell’ambito del Consiglio Europeo nei prossimi mesi. Ma sono in molti a non essere soddisfatti, come le 14 associazioni del mondo ambientalista e dell’agricoltura biologicache avevano rivolto un appello ai deputati europei, rimasto però inascoltato.
La riforma della PAC è stata votata.Il Parlamento europeo ha detto sì a una riforma della Politica Agricola Comune 2014-2020, che costituirà la base dei negoziati nell’ambito del Consiglio Europeo nei prossimi mesi. Ma sono in molti a non essere affatto soddisfatti, come le 14 associazioni del mondo ambientalista e dell’agricoltura biologicache avevano rivolto un appello ai deputati europei, rimasto però inascoltato.
All’interno della riforma agricola della PAC mancano adeguate misure a favore dell’agricoltura biologica e biodinamica.
“L’agricoltura bio, sinonimo di sostenibilità per l’ambiente e per l’uomo ma anche per il reddito degli agricoltori europei, non è stata efficacemente valorizzata dal voto sulla riforma della PAC del Parlamento Europeo”, commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, aggiungendo: “FederBio ha più volte invitato la politica e le rappresentanze del mondo agricolo e agroalimentare a considerare le potenzialità del bio e a favorirne lo sviluppo. Ha preso parte all’importante campagna per la riforma della PAC sostenuta da 14 Associazioni italiane, che in pochi giorni ha raccolto 90.000 firme, con l’obiettivo di raggiungere una profonda riforma dell’agricoltura. I risultati non sono in linea con le esigenze dei cittadini e degli agricoltori più giovani e dinamici, il voto si è rivelato deludente perché si è persa una ulteriore occasione per attuare una vera riforma della PAC, utile a superare la crisi ambientale ed economica che affrontiamo tutti i giorni”.
Per Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle 14 Associazioni italiane, il voto è assolutamente “deludente per quelli che come noi chiedono una profonda riforma della politica agricola. Tuttavia, è positivo che l’assemblea plenaria del Parlamento europeo abbia bloccato i peggiori aspetti della proposta della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, compresi i doppi sussidi illegali e la cancellazione dalla condizionalità di metà dei requisiti esistenti in materia di ambiente e di salute pubblica”.
Detto ciò, anche per la portavoce nella PAC “non sono state inserite adeguate misure per premiare le pratiche dell’agricoltura veramente sostenibili come l’agricoltura biologica e biodinamica né si è fatto nessun passo in avanti per rafforzare il secondo pilastro che è il vero strumento per investire in progetti innovativi per il territorio rurale. Ancora una volta si è persa un’occasione strategica per una vera riforma della Pac in grado di dare un contributo al superamento della crisi economica e ambientale che stiamo vivendo”.
Anche Carlo Petrini, presidente di Slow Food, si unisce al coro del dissenso: “non possiamo certo dirci soddisfatti del voto del Parlamento Europeo sulla riforma della Politica Agricola Comune (PAC). Nonostante alcune proposte della Comagri, come il sistema dei doppi pagamenti, siano state fortunatamente rifiutate, gli eurodeputati hanno perso un’occasione unica per segnare la storia europea, ignorando così le richieste della società civile per una PAC davvero più verde, sostenibile e giusta”.
Le proposte più importanti relative al greening, infatti, non sono state adottate, “annacquando ad esempio il sistema di rotazione delle colture: inoltre il Parlamento non ha accettato alcun suggerimento proposto dalla Commissione Sviluppo per regolare il sistema dei sussidi sulle esportazioni o monitorare gli impatti della PAC sulle relazioni internazionali”, conclude Petrini.

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