L’uso della rete Wi-Fi a scuola espone i bambini ai rischi dell’elettrosmog: studi dimostrano l’incidenza di mal di testa, affaticamento, nausea, vertigini e problemi di memoria.
Sale la febbre Wi-Fi, un business che ha colonizzato città, quartieri e abitazioni.
Fate la prova: transitate con un cellulare acceso lungo le strade del vostro quartiere e prendete nota delle reti wifi che riuscite a captare. Vi accorgerete di come è lunga la lista, di come è alto il numero e, di conseguenza, come è intensa l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche. Si tratta di microonde, come quelle dei telefoni cellulari, la cui pericolosità per la salute è stata ormai accertata.
Ora il wireless colonizza anche le scuole, poiché dal 2011 si sta dando corso, con l’avvio delle forniture, al protocollo1 siglato nel 2008 dagli allora ministri Brunetta e Gelmini per una «scuola digitale» e per dotare anche tutti gli istituti scolastici di reti di connessione senza fili. Il governo ha previsto che l’iniziativa possa avvalersi anche di sponsor che forniscano a proprie spese il kit wi-fi alle scuole; e chissà mai chi saranno questi sponsor che hanno a disposizione
i kit…
Cosa hanno fatto le scuole? Hanno aderito in massa: è disponibile un elenco di 3500 istituti scolastici che hanno già inoltrato richiesta di wi-fi al Ministero. È d’obbligo chiedersi, vista la letteratura scientifica ormai prodotta sull’argomento, se sia stato osservato il principio di precauzione. È opportuno permettere che anche a scuola, per ore e ore, i bambini fin dalla più tenera età siano esposti a campi elettromagnetici che, come dimostrano gli studi, rischiano di provocare danni alla salute? Si può legittimamente affermare che no, non è opportuno. Eppure sono in tanti a non conoscere ancora bene i rischi connessi all’utilizzo di queste
tecnologie.
I rischi per la salute: allarme elettrosmog
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come «possibilmente cancerogeni». In particolare sono agenti possibilmente cancerogeni i campi elettromagnetici prodotti da telefonini, apparecchiature radar, ripetitori televisivi, per la telefonia mobile, router wifi.
Un gruppo di lavoro di 31 scienziati ha concluso che l’esposizione prolungata e intensa ai campi elettromagnetici a radiofrequenza provoca un incremento del rischio di contrarre gliomi e neurinomi, rispettivamente tumori del cervello e del nervo uditivo. L’allarme è stato lanciato nel 2011 anche dal Consiglio d’Europa, e ripreso dall’Inail, che afferma come «telefonini e dispositivi wi-fi dovrebbero essere proibiti nelle scuole per i potenziali rischi per la salute dei bambini». Secondo il rapporto del Consiglio d’Europa, queste tecnologie costituiscono un potenziale pericolo per la salute umana e il loro uso andrebbe limitato: gli stati membri dovrebbero adottare limiti alle esposizioni alle radiazioni emesse dai dispositivi, allertando gli utenti con avvisi sulla pericolosità simili a quelli dei pacchetti di sigarette.
«Bisogna rispettare il principio di precauzione e revisionare i limiti correnti all’esposizione» dice l’organismo europeo. «Aspettare prove certe potrebbe portare a grandi costi per la salute, come successo in passato per l’amianto, il fumo di sigaretta o il piombo nella benzina»…
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