Il paese delle banane-civetta
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Paese delle banane, liste civetta: equivalenza perfetta. Vi spieghiamo, in rima e in sintesi, cosa è accaduto: al deposito dei simboli elettorali c’è chi ha presentato simboli fotocopia di altri, chi intorbidisce le acque, chi si nasconde e chi replica con faccia di bronzo…Buone urne a tutti!
Un inizio senza dubbio caotico per la presentazione dei contrassegni dei partiti che si candidano alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Ma caotico sarà solo l’inizio? Per ora nella bagarre le protagoniste sono proprio le liste civetta (ma chi le avrà mai inventate? In un paese normale potrebbero mai esistere?), in particolare per il movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, Mario Monti (il simbolo “Per l’Europa Monti presidente” è di un certo Monti Samuele, consigliere comunale di una lista civica a Frabosa Soprana in provincia di Cuneo) e Antonio Ingroia. Qualcuno ha presentato simboli molto simili e ora sarà il ministero dell’Interno e se necesario la Cassazione a decidere che fare. Poi il leghista Roberto Calderoli ha depositato il simbolo, “Maroni presidente” annunciando in proposito un chiarimento. Come detto, anche Ingroia ha un suo emulatore, cioè qualcuno che ha depositato un simbolo che imita (manca il nome del magistrato) quello di Rivoluzione Civile.
Poi ci sono nomi creativi: il “partito dei Poeti in azione” di Alessandro D’Agostino e chi si è ispirato ai pirati; c’é chi, come il palermitano Carlo Gustavo Giuliano, invita a votare il partito “Io non voto”; chi con il simbolo “Recupero maltolto” si dice a favore dell’abolizione delle province, dell’acqua come bene comune e contro l’amnistia. Poi ci sono “Basta tasse”, il PPL di “Pane, Pace, Lavoro”, “Fermiamo le banche e le tasse”, “Noi consumatori- liberi da Equitalia”; c’è persino il “Partito internettiano” con la w disegnato nel simbolo insieme alla “chiocciola”.
