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Le mogli degli operai Fiat: ora parlano loro

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Il Movimento 5 Stelle di Pomigliano ha raccolto la voce e la testimonianza delle mogli degli operai Fiat. E a Marchionne parlano chiaro, parole che vogliono far arrivare anche a chi potrebbe fare qualcosa ma non lo fa.
Ecco la nota allegata al video del Movimento 5 Stelle di Pomigliano:
“Chi crede che Marchionne e il gruppo Fiat vogliano restare a Pomigliano, racconta bugie a se stesso e agli altri. Un pò alla volta hanno smantellato lo stabilimento e hanno licenziato tutti gli operai. Negli anni 90, lo stabilimento “Giambattista Vico” di Pomigliano aveva oltre 30.000 operai, oggi ne ha “assunti” circa 2000 che vengono collocati continuamente in cassa integrazione “perchè la Nuova Panda non vende”. Oltre ai 2000 “dentro” ce ne sono altri 2400 “fuori”, da tre anni in cassa integrazione (che scadrà definitivamente a luglio). L’8 dicembre le mogli degli operai hanno fatto la festa a Marchionne, gli hanno portato le ricevute dei “regali” che il gruppo Fiat ha ricevuto in tutti questi anni, incluse le mazzette. Più che una società, la Fiat è una onlus che riceve donazioni dallo Stato da sempre. Lo stabilimento di Pomigliano, prima di proprietà dell’IRI, fu svenduto agli Agnelli negli anni 80′ nonostante la Ford avesse fatto un’offerta molto più vantaggiosa. Poi è stato mantenuto in piedi grazie alle ondate di “incentivi” statali che la Fiat chiedeva, minacciando licenziamenti. Ora siamo giunti all’epilogo, lo stabilimento è fermo. Basti pensare che i 19 operai Fiom assunti in seguito alla sentenza del tribunale, sono stati collocati in cassa integrazione al loro terzo giorno di lavoro.  Ma intanto nessuna classe politica di questa Regione ha mai pensato ad un piano di sviluppo alternativo per questi territori. Abbiamo stabilmenti pronti per fabbricare i prodotti della green economy, per lanciarsi sul mercato della mobilità sostenibile con veicoli alternativi. Eppure non è mai stata varata una sola legge nazionale o regionale che permettesse la vera conversione energetica e trasportistica nelle nostre città. Ignoranza o mala fede?”.
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