Quest’anno perchè non pensare a cesti natalizi diversi? Vuoti, in qualche modo “zen“, intrecciati dalle mani di artigiani locali o magari da voi… in aiuto il libro “Fare cesti“.
Lo zen e l’arte dei cesti natalizi
Regalare un cesto carico di salumi, torroni e dolcetti è una consuetudine un pò sbrigativa per cavarsela di fronte alle convenzioni natalizie. Passata la festa il cesto, come contenitore, verrà probabilmente buttato via insieme agli incarti.
Come al solito diamo poca importanza alle cose che ci circondano. La nostra proposta in questo caso è un’altra: regaliamoli vuoti i cesti natalizi!
Non il solito cesto di vimini chissà come fatto e chissà dove, ma un oggetto artigianale intrecciato con passione da mani sapienti, con materiali reperibili in loco.
Per l’amico o il parente che lo riceve potrebbe sembrare una provocazione o un insegnamento zen: svuotarsi dal superfluo, predisporsi ad accogliere, dare importanza alle piccole cose umili, rifiutare il consumismo natalizio, accettare un dono frugale.
Per una sorta di magia, sottili fasci di olivo, salice, ginestra, canna palustre, nocciolo, castagno si legano tra loro per dare vita a robusti contenitori, oggetti capaci di resistere per decenni, abbracciare provviste o trasportare cose pesanti.
Ma quali sono le mani che hanno intrecciato questi esili ramoscelli?
Quali storie ci raccontano?
Ci possiamo accontentare di un fragile oggetto fabbricato in serie da persone sottopagate di qualche paese lontano?
Dalla semplice contemplazione di un cesto vuoto possono nascere tante domande. E forse anche questo è un motivo in più per regalarlo.
La versione completa dell’articolo “
Lo zen e l’arte dei cesti natalizi” è disponibile nel numero cartaceo del mensile
Terra Nuova Dicembre 2012, anche come
eBook.
Terra Nuova Edizioni vi consiglia la lettura del manuale pratico che ha pubblicato dedicato all’arte della cesteria:
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