Costi spesso elevati… e anche il prezzo per l’ambiente non è da meno. Le vacanze invernali sono sostenibili?
Concedersi una settimana bianca è indubbiamente un privilegio che poche famiglie oggigiorno si possono permettere. Gli aspetti più critici delle vacanze invernali ruotano attorno all’attività principale su cui si incentra la tipica settimana bianca: lo sci alpinismo.
L’impatto ambientale di questa attività sull’ambiente montano è da molti anni sotto osservazione. C’è da considerare anzitutto un impatto sul paesaggio dovuto alle piste, agli impianti di risalita e alle opere necessarie per l’innevemanto. A questo bisogna aggiungere l’elevato consumo idrico ed energetico.
Le vacanze invernali possono essere quindi sostenibili? Secondo i dati riportati dal Club alpino italiano per ogni ettaro di pista innevata artificialmente si sprecano circa 4000 metri cubi di acqua e si ha un consumo energetico di 25 mila kWh. Se si moltiplicano i dati per l’estensione di tutte le piste del versante italiano delel Alpi, si arriva alla cifra di 95 milioni di metri cubi all’anno, equivalente al consumo domestico di una città di 1,5 milioni di abitanti. Il consumo elettrico per sopperire alla mancanza di innevamento naturale ammonta a 600 GWh, pari al consumo annuo di circa 520 mila persone.
Ma il danno della neve artificiale riguarda anche la riduzione e la frammentazione della biodiversità, con gravi conseguenze sulla sopravvivenza della fauna ad alta quota. La neve sparata con i cannoni è infatti più pesante di quella naturale, riduce la capacità di isolamento del suolo, favorisce il congelamento del manto erboso e può anche inquinare il terreno per via degli additivi impiegati.
A questo punto si impone la domanda: lo sci alpinismo è forse l’unico sport invernale che vale la pena di praticare in montagna? Sono possibili vacanze invernalli sostebili? Non esistono davvero svaghi alternativi meno gravosi per l’ambiente? A ben vedere il paesaggio montano, con il suo antico e irresistibile fascino della stagione invernale, offre tutta una serie di attività sportive ricreative che escludono un impatto ambientale eccessivo. Lo sci nordico, le escursioni, le ciaspolate sono decisamente più ecologiche, economiche e forse anche più salutari e sicuri del tanto blasonato sci da discesa.
Da qualche anno molte rinomate località turistiche alpine hanno cercato di declinare l’offerta verso la sostenibilità, un pò per ovvi motivi di marketing, un pò per un reale bisogno di rendere queste aree più vivibili e attrattive. Uno degli esempi più conosciuti è il network Alpine Pearls, che propone vacanze ecologiche e senza stress in 27 tra le più belle località turistiche alpine, coinvolgendo ben 6 paesi europei.
Il contributo alla tutela del clima si fonda sulle numerose offerte di mobilità dolce per ridurre le emissioni nocive. Tutte le località consociate sono raggiungibili senz’auto, grazie alla combinazione di mezzi (treno più navetta), con un vantaggio economico allettante anche per il turista: se si consegnano le chiavi dell’auto all’ufficio turistico si ricevono degli sconti. Le località propongono inoltre soluzioni alternative per gli spostamenti sul posto, dagli impianti di risalita più ecologici ad automobili e skibus alimentari a biogas.
Grazie all’impegno dimostrato, le Alpine Pearls hanno ricevuto a fine ottobre il Panda d’Oro 2012, il diploma del Wwf per la conservazione della biodiversità.