Vai al contenuto della pagina

SFE 2012, la Rive a Firenze 10+10

homepage h2

Com’è andato il Social Forum Europeo? Che contributo ha dato la Rive? Che cosa è emerso? Questo ed altro, in un report molto personale.
Intrisa dallo splendido ricordo del Social forum tenutosi a Firenze nel 2002, la mattina del 9 novembre, sono arrivata alla Fortezza da Basso pensando di salutare subito tante di quelle “solite” facce che frequentano eventi di questo tipo: attivisti, ambientalisti, amici dei centri sociali o i rappresentanti delle associazioni fiorentine.  
E invece niente, quasi il vuoto.
Non mi aspettavo certo la partecipazione del SFE 2002, capitato all’intersezione di due momenti storici bollenti, come il G8 di Genova e la guerra in Afganistan, ma un po’ più di colore e partecipazione, si.
Alle 14:00 lascio lo stand di Aam Terra Nuova per andare a montare il proiettore nella sala Grotte, dove, di lì a poco, si sarebbe dovuto svolgere l’incontro sull’abitare. Rive, Gen, Cohousing Italia e Cohousing in Toscana, insieme ancora una volta per raccontare che abitare diverso è possibile e che con certe attenzioni, la qualità del “vivere” può aumentare considerevolmente.
Con sorpresa trovo la sala occupata. Mi basta scambiare poche parole con una traduttrice e qualche volontario, per capire che l’organizzazione andava, diciamo, ….autogestita.
Sono andata cercare una sala libera, portandomi dietro un folto schieramento di donne (spesso attivamente presenti in eventi culturali e nel mondo dell’associazionismo), e dopo poco, un po’ disorientate, ne abbiamo trovata una vuota. Sistemato il tutto, proiettore, cartelli di avviso della conferenza riscritti correttamente, seggiole… ma le persone non arrivavano. Sarà che era giovedì pomeriggio, sarà che non erano indicate le sale in modo corretto, sarà che questo Social forum è partito in sordina… fatto sta che alle ore 16:00 abbiamo cominciato con 10 persone in sala.
Peccato, perché gli oratori presenti sono, a livello nazionale ed internazionale, le persone più aggiornate sul movimento degli ecovillaggi e cohousing in Italia ed Europa:
  • Dina Pasqualetti, presidente di Cohousing in Toscana e membro della Rete italiana cohousing;
  • Alfredo Camozzi, ex presidente Rive e membro de La Comune di Bagnaia;
  • Francesca Guidotti, presidente Rive e membro del progetto Batorfaja;
  • Macaco Tamerice, presidente del G.e.n-Europe (Rete globale degli ecovillaggi, sezione europea) e membro della Confederazione di comunità di Damanhur;
  • Lorenzo Postacchini, membro del Nextgen (Next generation – i giovani del global ecovillage network) e membro della Città della luce.
Pochi ma buoni, mi viene da dire, perché le persone presenti hanno partecipato attivamente alla conferenza. Data l’intimità della situazione, c’è stato il tempo per approfondire aspetti legati ai diversi temi presentati, alla scelta di vivere in un ecovillaggio o in un cohousing, presentando ognuno i propri dubbi e perplessità, ma anche i punti di forza delle scelte di questo tipo.
E’ stato definitivamente smontato il luogo comune: “ecovillaggio = isola felice” apportando numerosi esempi di ecovillaggisti impegnati socialmente e politicamente nella società civile, a ragion del fatto che la scelta di vivere in un ecovillagio spesso è determinata dall’esigenza dell’individuo di fare di più per la società; non scappare via, ma avere quotidianamente la possibilità di compiere delle scelte e delle azioni “intrinsecamente politiche” amplificate poi dalla scelta di gruppo. Solo per citarne alcuni, abbiamo abitanti di ecovillaggi impegnati nella politica classica (consiglieri comunali, un sindaco), nelle attività sociali dei circoli di paese o nel finanziamento di progetti per i paesi in difficoltà economica o climatica, chi è impegnato nell’integrazione armonica di ragazzi down o disabili, chi con l’accoglienza di extracomunitari o persone in difficoltà, chi negli scambi internazionali, chi dei progetti di progettazione partecipata dei luoghi, chi nell’organizzazione e gestione di gruppi di acquisto solidale.
Abbiamo visto anche che non c’è una così netta separazione tra cohousing ed ecovillaggi a livello territoriale: certo il cohousing storicamente nasce in città e l’ecovillaggio in campagna, ma non è sempre così: possono esiste in qualsiasi luogo, lo testimonia per esempio il fatto che Los Angeles, ha un “suo” ecovillaggio nel cuore della città!
(LAEV, LosAngelesEcoVillage: www.laecovillage.org; http://laevgarden.wordpress.com; www.facebook.com/groups )
Al di là del nostro contributo, durante Firenze10+10 si sono svolti numerosi ed interessanti dibattiti in cui sono state raccolte esperienze di tutta europa. Si è parlato di società civile, economia, giustizia sociale e acqua bene comune, scuola, democrazia, dei movimenti di occupazione (presenti i rappresentanti di Occupy Frankfurt, TransformGrecia, Agorà99 e la Primavera2 di Praga) di sindacati, di tobin tax, austerity e green economy. Ma come sintetizza molto bene Marlo Planta, giornalista del manifesto:
“L’incontro di Firenze 10+10 è finito con un miracolo rimasto a metà. Il risultato importante e imprevedibile è stato l’arrivo di 3000 persone […] si sono ritrovati studenti e precari, italiani ed europei, settori di sindacato, ambientalisti e no-tav, gli economisti di dieci paesi diversi che hanno lanciato la Rete europea degli economisti progressisti, la coalizione Altersummit che unisce 80 organizzazioni sindacali e di movimento in tutta Europa. […] Capaci di dialogare sull’austerità e la
democrazia, i diritti e i beni comuni, ma con molta voglia di affermare il proprio punto di vista parziale, con poca capacità di ascolto e con pochissimo interesse a costruire una visione comune. E’ questo il miracolo mancato a Firenze.”
(Il Manifesto, Firenze miracolo a metà. La trama c’è ma manca il filo, di Marlo Planta 13/11/12 www.ilmanifesto.it)
Quello che manca ancora una volta, è l’ascolto e la capacità di vedere le proprie singole lotte all’interno di un disegno comune. Ogni luogo, ogni conferenza o summit viene ancora troppo vissuto come una vetrina dalla quale invitare altre persone ad unirsi alla propria causa, ritenuta la più importante. Finché non smettiamo di concentrarsi sui particolarismi e cominciamo a vedere ogni singola lotta come un potenziale punto programmatico per riscrivere una società diversa, potremo fare ancora “10, 100, 1000 manifestazioni” ma voleranno via come deliziosi palloncini colorati.
Diamo i numeri!
21 paesi
215 organizzazioni
100 tra seminari e incontri
65 volontari per le traduzioni
6 lingue tradotte (arabo, francese, inglese, tedesco, italiano, spagnolo)
520 posti letto offerti gratuitamente attraverso l’iniziativa “Occupy my room”
2013, anno in cui si svolgerà il Social Forum Mondiale in Tunisia.
(Fonte: L’Unità -Toscana, 9/11/12, www.unita.it)
Sperperi in sicurezza
Per prevenire tafferugli (!?!) ed assicurare uno svolgimento contenuto della manifestazione Social Forum Firenze 10+10, la questura di Firenze ha disposto l’impiego di 4800 agenti (1,6 agenti per partecipante previsto!). Al di là di una disorganizzazione interna (si legge sui giornali locali della lamentela del sindacato di polizia, relativo ad indirizzi sbagliati e presidi inutili in quanto le strade limitrofe ai consolati erano deserte), i partecipanti al SFE come risaputo, sono persone pacifiche che fanno centinaia di chilometri per parlare, creare, non per spaccare vetrine.
Nonostante questo, sono stati spesi per la sicurezza 96.000 euro di indennità al personale, 35.000 di pasti e 60.000 di albergo, per un totale di… 191.000 euro.
(Fonte: La repubblica di Firenze 20/11/12, http://firenze.repubblica.it)
I cittadini italiani, con le norme di austerità sulle spalle e la cinghia dei pantaloni tirata, ringraziano per quest’ennesimo spreco di denaro pubblico.
Forse dovremmo cominciare anche a ripensare al corretto impiego delle “forze di sicurezza”, più orientata alla collaborazione, piuttosto che continuare a giocare a guardie e ladri. Ne va della sicurezza nostra, e del nostro portafoglio.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!