Agricoltura europea a rischio
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Questa ipotesi stabilisce un taglio del 9,1% del bilancio dello Sviluppo rurale, mentre il primo pilastro della Pac – che è tre volte maggiore del secondo pilastro – sarà tagliato soltanto del 5,8%. A peggiorare le cose, c’è la possibilità data agli Stati membri di trasferire fino al 15% delle già inadeguate risorse del secondo Pilastro verso il primo Pilastro. Se tutti gli Stati membri si avvalessero di questa possibilità, il taglio complessivo al secondo pilastro ammonterebbe al 26% rispetto al bilancio 2007-2013. Ciò significherebbe la demolizione della parte più innovativa e sostenibile della Pac.
LIPU e WWF hanno accolto positivamente l’obiettivo del 20% del bilancio UE dedicato direttamente alla lotta al cambiamento climatico, ma la proposta presentata dal presidente del Consiglio europeo penalizza proprio quella parte della Pac che potrebbe, meglio di altre politiche, realizzare importanti risultati nell’ambito delle sfide ambientali globali (oltre ai cambiamenti climatici, la perdita della biodiversità e la gestione delle risorse idriche). A ciò si aggiunge una poco chiara allocazione di fondi allo strumento Life, l’unico capitolo di bilancio Ue specificamente dedicato all’ambiente, alla conservazione della biodiversità e alla lotta al cambiamento climatico.
Per questo LIPU e WWF hanno scritto al presidente Mario Monti e al ministro dell’Agricoltura Mario Catania per chiedere un impegno del Governo italiano per difendere nel prossimo Consiglio europeo le risorse destinate nel bilancio Ue allo Sviluppo rurale.
Per la LIPU e il WWF ogni riduzione del bilancio dello Sviluppo rurale ci fa arretrare di 30 anni. Non solo eliminerà i piccoli, ma importantissimi, progressi realizzati dalla Pac in questi ultimi anni, ma impedirà alla Ue di raggiungere gli obiettivi fissati per le sfide ambientali globali, minando la legittimità della stessa Pac.
In questo periodo di crisi economica, LIPU e WWF sono consapevoli della necessità di realizzare dei risparmi ma si ritiene che i tagli debbano riguardare quei sussidi, ancora presenti nel bilancio Ue, che hanno sostenuto un modello di sviluppo, in particolare in agricoltura, non più sostenibile per modalità di produzione e di consumo. Gli aiuti distribuiti fino ad oggi alle imprese agricole dall’Unione europea attraverso la Pac, infatti, hanno favorito produzioni intensive ad alto impatto ambientale senza garantire la loro sostenibilità economica.