La RIVE al Giardino della Gioia
homepage h2
dinnanzi ad un modello economico che marginalizza, condanna ed uccide,
dinnanzi ad una rete relazionale sottomessa a codici e restrizioni socio-culturali,
dinnanzi ad una situazione ambientale disastrosa e palesemente insostenibile,
C’è chi, sulla Terra, decide di voltare pagina del Libro, e di iniziare a scivere una nuova storia.
Una storia di cambiamento.
E cambiamento nella nostra storia significa Ricominciare.
Ricominciare ad amare la Terra, a resituire valore a ciò cui questo è stato tolto e mortificato,
significa riuscire a vedere e coltivare il Miracolo che costantemente avviene dentro e fuori di “noi”.
Ricominciare a stabilire un contatto con la Madre e quindi autoproduzione ed autosufficienza, energetica ed alimentare.
Significa riappropriarsi di ciò che ci è stato sottratto nel nome di un progresso freddo ed artificiale, riappropriarsi delle tecniche, delle conoscenze e delle arti, delle mani per fare e dei piedi per camminare.
Significa vivere in comunità fondate sull’aiuto reciproco e la vicinanza, sul “condivivere”.
Significa spegnere la televisione ed accendere la visione, e tornare così ad essere seme e sale della Terra.
Questa, sì, che è una storia Vera.
Dal 1996 questi villaggi si riuniscono nella Rete Italiana Villaggi Ecologici, la R.I.V.E., una rete permanente di collaborazione che riunisce ad oggi una ventina di comunità, più numerosi progetti, associazioni e singoli interessati allo sviluppo dell’idea comunitaria.
Sul manifesto RIVE si legge:
Un villaggio dedito all’autosussistenza attraverso la coltivazione di due orti sinergici, all’autoproduzione energetica attraverso l’uso del fotovoltaico e della minimizzazione dei consumi, al riutilizzo delle acque attraverso la fitodepurazione e l’uso di compost toilet o bagno a secco, da cui si ricava dell’ottimo compost dalle feci.
Un villaggio che sceglie di fare un percorso insieme di crescita personale e collettiva, un percorso di consapevolezza e, come passo naturale successivo, di devozione verso il Tutto che Tutto racchiude.
Circa 150 persone provenienti da tutta Italia hanno preso parte all’incontro, cui erano presenti la Comune di Bagnaia, Corricelli, Rays, il Popolo degli Elfi dalla Toscana, Arcipelago Sagarote dalla Calabria.
Un incontro cocreato dagli stessi partecipanti, i quali hanno messo a disposizione di tutti i loro saperi, tecniche e capacità: ecco quindi tanti incontri di formazione e condivisione, su come fare e curare un orto sinergico, come fare il pane, sul metodo del consenso e sul cerchio decisionale ed emotivo, sulla comunicazione nonviolenta, il dragon dreaming e sulla meditazione tantrica.
Ed inoltre tanta musica, e pasti consumati ritualmente in cerchio, e fuochi alla sera, intorno cui danzare, benedetti dalle stelle.
L’ultimo giorno l’aia si è fatta mercato, ed in molti sono giunti dai paesi vicini, mentre le pizze entravano ed uscivano dal forno costruito in terra cruda e sassi.
Quattro giorni di scambio, unità e celebrazione, per gettare semi, che il tempo e la coscienza faranno germinare.
Il sentiero è stato tracciato, sottile ed argenteo, e adesso a noi imparare a scorgerlo, tra giganti di cemento e montagne di spazzatura, e adesso a noi iniziare a percorrerlo e lasciare, per via, piccoli indizi per i viandanti che verranno poi.
Un pugno di farina, un abbraccio ad uno sconosciuto, una scintilla negli occhi.
Perchè l’amore e la cura per ciò che cresce, la possibilità di vivere con semplicità e gratitudine, il sentirsi Uno nella grande famiglia umana, sono ricchezze troppo grandi e tesori troppo preziosi perchè possano cadere nell’oblio.
Ed allora a noi il compito di mantener viva la visione, nutrendola dei nostri atti e dei nostri pensieri, e farla esistere quì, ora, sulla Terra, con l’umiltà di chi sa di essere soltanto un pellegrino di passaggio nel molto del Mondo.
A noi tutti, un buon cammino.
)i(