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“Pig Business”: no agli allevamenti industriali

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Ha fatto scalpore il documentario “Pig Business” che racconta l’ascesa della Smithfield Foods con i suoi enormi allevamenti di maiali e la sua espansione in Polonia e Romania.
Ha fatto scalpore il documentario “Pig Business” che racconta l’ascesa della Smithfield Foods con i suoi enormi allevamenti di maiali e la sua espansione in Polonia e Romania, dove le norme sono elastiche e i costi molto bassi. Ne ha parlato anche la rivista The Ecologist, che ha sottolineato come i due paesi dell’est, che speravano di ottenere benefici dagli investimenti stranieri, si sono svegliati troppo tardi. Ma ora hanno preso atto dell’aggressività di questo business, i cui profitti sono riservati agli investitori esteri e le cui conseguenze, in tema di ambiente e salute, ricadono invece tutte sulle popolazioni in loco. Nel film, l’autore Robert Kennedy Junior è estremamente chiaro quando afferma: “La Smithfield Foods non può produrre costolette di maiale più economiche di quelle di una fattoria a conduzione familiare se non infrangendo la legge”.
In Gran Bretagna la carne arriva da fattorie europee che applicano metodi illegali per gli inglesi. Di conseguenza le fattorie inglesi non possono competere, chiudono e gli allevatori restano senza lavoro e prospettive. Non ci sono informazioni sulle etichette che consentono ai consumatori europei di sapere se la carne di maiale che acquistano proviene da allevamenti industriali, dove il benessere degli animali è certamente l’ultima cosa cui si bada.
Negli allevamenti industriali si utilizzano dosi massicce di antibiotic per prevenire le malattie che si diffondono rapidamente a causa delle promiscuità e del sovraffollamento di capi. I maialini vengono svezzati precocemente, quando il loro sistema immunitario non è ancora completamente formato e senza antibiotici faticherebbero persino a sopravvivere. Di conseguenza, poi, passano agli esseri umani che mangiano quelle carni e si dà luogo così alle antibiotico-resistenze.
Il documentario “Pig Business” è stato realizzato anche in versioni con sottotitoli dei diversi Paesi europei dove ci sono associazioni che potranno utilizzarlo come strumento per chiedere il bando degli allevamenti industriali. Esiste anche la versione con i sottotitoli in italiano che vi proponiamo di seguito.

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