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I giovani tornano all’agricoltura

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Nella crisi l’agricoltura è l’unico settore in contro tendenza che continua a crescere. E i giovani laureati si danno al settore primario con nuovo entusiasmo.
I giovani tornano alla terra, delusi da un’economia che prometteva posti di lavoro e diritti sociali “a buon mercato”. Sono 62.000, oggi, le imprese agricole guidate da chi ha meno di trent’anni. E per la prima volta dopo dieci anni, nel secondo trimestre del 2012, i giovani agricoltori aumentano del 4,2%.
I dati si riferiscono ad un’indagine svolta dalla Swg per la Coldiretti, che evidenzia anche un’inversione di tendenza sul piano formativo. Nel 2012 sono cresciuti del 11% gli iscritti agli Istituti Agrari mentre calano quelli dei licei. Le tanto vituperate mani rubate all’agricoltura, tornano nel settore primario con qualche elemento culturale in più. Tra gli agricoltori con meno di trent’anni i laureati sono il 36,5% mentre il 56% hanno un diploma di scuola media superiore.
La campagna offre ormai posti di lavoro più sicuri e stabili che non l’industria. Come sottolinea il presidente di Coldiretti Sergio Marini “nel secondo trimestre del 2012 c’è stato un aumento record del 10,1% dei lavoratori dipendenti nelle campagne, in netta controtendenza con l’andamento generale”. L’agricoltura è l’unico settore in contro tendenza e fa segnare per il 2012 un aumento tendenziale del Pil pari all’1,1%, mentre calano industria (meno 5,8%), le costruzioni (meno 6,5%) e servizi (meno 1,1%). Il biologico fa registrare performance ancora migliori con un +6,1% nelle vendite. L’Italia si conferma leader a livello produttivo in Europa, con oltre un milione di ettari dedicati all’agricoltura biologica e il record degli operatori, ormai vicini a quota 50.000.

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