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Lenzuola, asciugamani e tovaglie: lavare e riciclare

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Assosistema lancia un appello per il riutilizzo dei materiali tessili. Dopo un ciclo di 125 lavaggi lenzuola e asciugamani finiscono generalmente in discarica. Ma potrebbero essere recuperati…
Dove finiscono le lenzuola, gli asciugamani usati in alberghi o ospedali? Quante volte vengono lavati? Una ricerca sulla valutazione d’impatto ambientale (Life Cycle Impact Assessment) realizzata da Ambiente Italia rileva che lenzuola, camici e tovaglie dopo una media di 125 lavaggi industriali non sono più utilizzabili. Ma il materiale potrebbe ancora essere riciclato: si tratta di cotone di buona qualità.
In Italia ben 132 mila quintali di prodotti tessili prendono ogni anno la strada della discarica o dell’inceneritore, ma potrebbero essere benissimo riciclati. Assosistema, che riunisce 135 imprese che svolgono attività di sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi tessili per ospedali o attività turistiche, ha inviato un appello al governo, al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, senza però ricevere alcun segnale di risposta. “Come industriali, stiamo pensando a un progetto di consorzio per il recupero del materiale tessile che può essere trasformato in materia prima seconda” racconta il segretario nazionale Patrizia Ferri.  “L’intero settore occupa 35 mila addetti, 10 mila dei quali sono rappresentati dalla nostra associazione”, aggiunge Ferri. “Per dare ulteriore impulso a una realtà già vitale, abbiamo pensato alla possibilità di riciclare quello 0,5 per cento di prodotti tessili che oggi, a fine vita, sono smaltiti in discarica con evidenti ripercussioni sull’ambiente in termini di impatto ecologico e di mancata creazione di valore aggiunto. L’idea è riutilizzare il materiale riciclato nel settore automobilistico, nautico e dell’arredamento”.
La succitata ricerca di Ambiente Italia ha dimostrato che il sistema del riuso di tovaglie e asciugamani ha un impatto ecologico inferiore rispetto ad altre situazioni usa e getta. Solo nel settore turistico, l’uso della carta rispetto al tessile incide più del 53% sul riscaldamento globale e più del 30% sull’impoverimento dello strato di ozono», spiega il segretario generale.
“Se vogliamo il bene dell’ambiente, bisogna promuovere l’utilizzo del materiale tessile al posto di quello cartaceo monouso». Tovagliette e tovaglioli di carta arrivano infatti quasi tutti dall’estero, così a noi resta il costo dello smaltimento, mentre non si produce Pil. “Il servizio di sterilizzazione del tessile sanitario e alberghiero avviene nelle 24 ore, e non è possibile delocalizzarlo. E le imprese sono italiane”.
Fonte: Corriere.it

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