Vai al contenuto della pagina

Perché Monti non firma la Tobin Tax?

homepage h2

Siamo ad un passo dall’approvazione della Tobin Tax a livello europeo, con la spinta favorevole di Francia e Germania. L’Italia però continua a tentennare, intavolando strategie politiche di ricatto. La campagna delle Ong fa pressione su Monti
Ogni governo porta avanti i suoi interessi ed è difficile intravedere una linea di comando europea che riesca davvero a governare la cosiddetta crisi. La politica continua a fare cilecca di fronte allo strapotere delle banche e dei gruppi finanziari. Una novità all’orizzonte però è già stata messa sul tavolo: la Tobin Tax, secondo cui ogni transazione finanziaria dovrebbe venire tassata dello 0,05% sul suo valore. L’obiettivo è quello di frenare gli eccessi delle speculazioni, all’origine della crisi economica planetaria e per generare un volume di risorse da utilizzare per sostenere l’occupazione, le politiche sociali, ambientali e di cooperazione internazionale.
E’ stato calcolato che se questa tassa venisse applicata su scala globale potrebbe far mettere a disposizione fino a 655 miliardi di dollari all’anno!
Qualche anno fa erano le associazioni no global a richiederla. Oggi le speculazioni finanziarie fanno paura e tutti e sono Francia e Germania che spingono per arrivare ad una reale applicazione. Il fronte dei favorevoli include anche Austria, Finlandia, Grecia, Slovenia, Belgio, Portogallo e Polonia. Mentre Gran Bretagna, Italia e Spagna tengono i piedi puntati.
Per richiedere al premier Monti di introdurre la Tobin Tax sono scese in campo diverse Ong e Associazioni italiane con la campagna ZeroZeroCinque.
“Chiediamo al Premier Monti e al Ministro Grilli di sostenere attivamente questo processo, affinché l’Italia possa ricoprire un ruolo da protagonista, per una causa che è ampiamente sostenuta dall’opinione pubblica italiana ed europea” ha dichiarato il portavoce della campagna Andrea Baranes .”Oggi il 70% delle operazioni sulla borsa di New York sono High Frequency Trading, transazioni eseguite nell’arco di secondi o di millesimi di secondo da computer, senza nessun intervento umano. In Europa tali operazioni sarebbero “solo” il 40% del totale. Transazioni che non hanno nessun legame con l’economia reale, ma che esasperano la volatilità e l’instabilità sui mercati, distruggendo vite a livello globale, con effetti ancora più drammatici nei Paesi più poveri e più vulnerabili. La TTF renderebbe molto meno convenienti, se non impossibili, tali transazioni e genererebbe un gettito che in parte chiediamo di destinare ad iniziative di cooperazione con i Paesi del Sud del mondo e a programmi per il contrasto ai cambiamenti climatici”. Le Ong auspicano che vengano destinate alla cooperazione internazionale almeno il 50% del gettito raccolto.
Nella reale assenza di forze politiche di opposizione in Italia il dibattito è rilanciato anche dalle Associazioni dei consumatori. Secondo Federconsumatori e Adusbef la Tobin Tax sarebbe un forte antidoto contro l’avidità dei banchieri, l’azzardo morale della finanza e la speculazione.“E’ urgente che il Governo italiano sostenga, al Consiglio Europeo del prossimo 18 ottobre,la tassa sulle transazioni finanziarie” dichiarato Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, Presidenti di Adusbef e Federconsumatori.
Ma cosa fa dunque Monti? Fino ad oggi la Tobin Tax è stata rigettata in nome di una sorta di ricatto politico. Monti si era detto favorevole solo previa approvazione di uno scudo anti-spread. Sul Sole 24 Ore di ieri il commissario europeo Semeta faceva appello all’Italia perché modifichi la sua posizione ambigua sul tema ed appoggi l’avvio della cooperazione rafforzata secondo la quale basterà l’iniziativa di nove paesi UE per adottare la tassa. A questo punto il premier tecnico dovrebbe mostrare se sta dalla parte della finanza spregiudicata di modello anglosassone o se è per un’idea di economia diversa, che punta all’armonizzazione. Le macchinazioni della real politik a noi restano ignote. Il Ministro Grilli ha dichiarato che l’Italia ha una posizione di ”assoluta apertura” all’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie ma prima di dare un ”si’ o un no” e’ necessario vedere come si sviluppano tutti i temi di trattativa in sede di Unione Europea. Il ricatto continua.
Per ulteriori informazioni: http://www.zerozerocinque.it/

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!