Frugalità e fiducia salveranno il mondo
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extremis. Teorico dell’economia della decrescita, parla di “creazione di una società basata sull’autolimitazione” che deve partire dal mondo occidentale, perchè “in epoca di globalizzazione, noi siamo i più avanti e faticheremo di più a riallacciarci a nostre radici culturali, a cominciare da Aristotele, che parlano di frugalità, mentre gli orientali, grazie al confucianesimo o il buddismo zen, hanno mantenuto più vivi certi concetti”. Per far capire cosa intenda sino in fondo, Latouche parla della nostra perduta capacità di meravigliarci, che dobbiamo ritrovare: “se le cose sono tutte oggetti usa e getta, perdiamo ogni rispetto per loro e per tutto ciò che rappresentano (risorse, lavoro, ecc.), mentre la frugalità ce ne fa riscoprire la novità, l’essenza”. Questo cambio di abitudini dell’uomo, naturalmente , è un discorso che implica molti altri aspetti e uno di quelli di cui si è parlato è la fiducia di una persona nell’altra, di ognuno in se stesso non in contrapposizione con l’altro. Peter Slaterdijk, docente di estetica e teorico dell’antropotecnica, parafrasando Sartre dice che “l’uomo d’oggi è condannato alla fiducia” e lo fa sino alle estreme conseguenze accecandosi persino di fronte alla tecnica moderna, arrivando ad accettare persino l’eugenetica o gli ogm. Sergio Givone ha parlato di peccato originale, di colpa di essere nati, di necessità di essere perdonati come strada per far affiorare l’idea di responsabilità e di presa di coscienza che tutti devono qualcosa a tutti gli altri. In questo contesto, Givone stesso, ma anche Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, arrivano a parlare di dono, in collegamento con per-dono e con-dono. Il vero dono sta nella capacità di oltrepassare il limite del dono come merce, perchè è fatto primario, assoluto, che non prevede restituzione o contraccambio. E’ un modo di compiere il bene, quindi per arrivare a perdonare, che è condonare il debito dell’altro, non solo in senso metaforico, ma anche abolendo il debito contratto dai paesi più poveri. Certo, la filosofia.Poi occorre vedere cosa e come si traduce in azione.