Frutta nelle bibite: caos sulle date
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non inferiore al 20%”. Cosi’ – all’articolo 8 comma 16 – il dl Salute nella sua versione definitiva, firmata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a proposito del contenuto minimo di frutta che deve essere contenuto nelle bevande per poterne evocare il nome (arancia/aranciata). Del tutto insoddisfatta la Coldiretti: “Non c’e’ piu’ una data certa per l’entrata in vigore della norma che prevede l’aumento al 20% del succo di frutta nelle bibite”. Il testo originario prevedeva una decorrenza “dal primo gennaio 2013”, mentre quello definitivo del decreto legge sulla miniriforma della Sanita’ “rimanda ai tempi indefiniti dell’esito della notifica alle autorita’ europee”. La necessita’ di subordinare la norma alla procedura comunitaria “e’ una pura invenzione. Evidentemente cambiano i governi, ma non cambia il modo con cui vengono presi in giro cittadini ed agricoltori facendo leggi utili, ma avendo gia’ trovato il cavillo per non applicarle mai- lamenta il presidente della Coldiretti Sergio Marini- siamo certi che nella fase di conversione del decreto, il Parlamento sapra’ ridare una reale efficacia alla norma, fissando una data certa per l’entrata in vigore”.Con l’aumento della percentuale di succo di frutta nelle bibite, solo nel caso dell’aranciata potrebbero finire nel bicchiere ben 200 milioni di chili di arance in piu’ all’anno, valuta Coldiretti.
Il provvedimento, infatti, quasi raddoppia il contenuto di frutta nelle bibite fissato fino ad ora da una legge datata (286/1961) per la quale le bevande al gusto di agrumi possono essere colorate a condizione che esse contengano appena il 12% di succo di agrumi.