Vai al contenuto della pagina

Il bio è sempre superiore

homepage h2

La ricerca dell’Università di Sanford, per come è stata riportata dai media, rischiava di mettere in cattiva luce il biologico rispetto al convenzionale. Ma i dati bisogna leggerli meglio: l’assenza di pesticidi è la cosa più importante
Nel mese di agosto sui media italiani sono stati diffusi i risultati di una ricerca dell’Università californiana di Stanford, pubblicati su un’importante rivista di medicina, gli Annals of Internal Medicine. Uno studio che ha scatenato reazioni a catena in tutti i Paesi cosiddetti avanzati, con polemiche non ancora sopite.
Secondo il responso degli scienziati il biologico rimane un metodo di coltivazione sicuramente più pulito, ma che non riesce a convincere sulla sua superiorità dal punto di vista nutrizionale. Riguardo cioè alla presunta maggiore presenza di vitamine e sali minerali, secondo i ricercatori non si può tracciare una significativa differenza tra gli alimenti biologici e quelli convenzionali. Gli scienziati, che si sa, misurano tutto con i numeri hanno rinvenuto una presenta generalmente superiore di minerali come il fosforo o di acidi grassi omega tre, considerandoli però elementi non così importanti per l’alimentazione umana.
Su questo confronto dal punto di vista nutrizionale si potrebbe discutere a lungo, perché nella letteratura scientifica esistono diversi altri studi che sostengono una netta superiorità del biologico sul contenuto di vitamine o altri elementi nutrizionali. Ma il giudizio un po’ affrettato, che abbiamo letto su diversi mezzi di informazione anche in Italia, rischia di oscurare il dato più interessante, che riguarda la salubrità del prodotto. Riflettiamo bene su una cosa: la scelta di milioni di consumatori che preferiscono il bio si basa sul presupposto che il biologico debba avere non qualcosa in più, ma piuttosto qualcosa in meno: l’assenza di pesticidi e altri contaminanti come antibiotici e antiparassitari. E la ricerca questo lo conferma. Se la contaminazione batterica sembra più o meno la stessa, i dati ad esempio mostrano che nella carne convenzionale sono presenti molto più spesso batteri resistenti agli antibiotici. E i numeri confermano anche l’aspetto più importante: nei prodotti biologici si trovano zero pesticidi. Il fatto di non ritrovarsi questi veleni nel piatto significa sottrarsi all’accumulo di sostanze tossiche, cancerogene e alteranti delle funzioni ormonali, e significa anche ridurre sensibilmente l’impatto ambientale del cibo. La produzione tradizionale infatti intensivamente il terreno contribuendo ad appesantirlo di pesticidi e concimi chimici e richiedendo un uso massiccio di derivati petrolchimici.
L’organizzazione Global 2000, insieme al Pesticide Action Network, ha elaborato i dati europei delle autorità di controllo alimentare osservando che lattuga, pomodori, cetrioli, mele e porri sono gli alimenti più contaminati da pesticidi. E che dovremmo cercare di consumare solo se biologici.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!