Nel bio ci sono più muffe tossiche?

Uno degli argomenti più gettonati contro il biologico è quello delle muffe, che sarebbero presenti nei prodotti biologici integrali e che si sa essere indistruttibili anche a seguito di cottura prolungata. Vorrei leggere il vostro autorevole parere in uno dei prossimi numeri, grazie e continuate con la vostra bella rivista.

Rispondono Enrico Accorsi e Francesco Beldì, giornalisti di Terra Nuova e autori dei volumi Il mio orto biologico e Il mio frutteto biologico

Gentile Fabio, con il termine «muffe» crediamo che tu ti possa riferire alle aflatossine, che sono tossine prodotte da diversi tipi di funghi (muffe), molto tossiche e anche cancerogene. Sono riscontrabili in arachidi, frutta a guscio, granoturco, riso, fichi e altra frutta secca, spezie, oli vegetali grezzi e semi di cacao. La contaminazione può derivare da diversi fattori: l’umidità eccessiva, temperature elevate, infestazioni di insetti, irrigazione eccessive, elevate concimazioni azotate, mancate rotazioni, eccessivo utilizzo di pesticidi (queste ultime tre tecniche non sono permesse in agricoltura biologica).

Esistono diversi studi su micotossine, aflatossine e altri contaminanti degli alimenti che hanno dimostrato che non esistono differenze significative fra biologico e convenzionale. In particolare, uno studio presentato alla 22ª Conferenza Fao per l’Europa conclude che «si può escludere che la produzione biologica conduca a un rischio più elevato di contaminazione da micotossine». Inoltre, due ricerche hanno dimostrato che il livello di micotossine nel latte proveniente da allevamenti biologici è minore rispetto al latte convenzionale.
In conclusione si può affermare senza timore di smentita che è falso affermare che le «muffe» (alias aflatossine) siano maggiormente presenti nei prodotti biologici.