Semplice! Passare un messaggio forte e chiaro: «Non c’è più tempo: bisogna agire e non demandare agli altri!» Alcuni di noi hanno sempre avuto una sensibilità per le questioni ambientali, anche prima che il boom «eco» diventasse cool, ma io sono dell’idea che per raggiungere uno scopo tanto importante non è bene soffermarsi troppo sui dettagli.
Dal 2007 ho iniziato a capire chiaramente che per Ridurre, Riciclare e Riutilizzare non ci voleva uno sforzo inumano, e che i consigli che ci davano i nostri nonni in fondo erano i migliori. In pratica, una volta che il mantra delle 3 R entra nella propria vita, non è più possibile farlo uscire: per me è stato l’inizio della via per la consapevolezza! Il primo passo fu quello di comprendere che dietro a ogni scelta c’era una conseguenza e a volte, per non dire sempre, le conseguenze peggiori ricadevano sull’ambiente.
La mia lista per migliorare me stessa fu gettata così d’impulso:
– passare al biologico;
– passare da vegetariana a vegan (e per chi è onnivoro a vegetariano, perché ridurre la carne significa ridurre CO2, quindi chi mangia ancora carne non può dirsi ecologista!);
– riciclare;
– abolire l’auto (ma poi ho capito che la riduzione è certamente una scelta più verosimile), usando di più i mezzi pubblici, la bicicletta e le gambe;
– risparmiare l’acqua;
– comprare il meno possibile, usando invece baratto, scambio e riciclo come metodi alternativi;
– usare borse riutilizzabili in stoffa e non in plastica, o in mater-bi (o anche farsi da sé le furoshiki).
Ho scoperto poi che era possibile conteggiare il proprio impatto in termini di emissioni di CO2, e allora calcolai la mia impronta… Proseguendo su questo cammino lastricato di tantissime buone intenzioni ma altrettante difficoltà, mi sono scoperta una fantastica detentrice di pollice verde, iniziando così la coltivazione di un orto sul balcone grazie al magnifico libriccino Il balcone dell’indipendenza e L’orto sul balcone e alle spiegazioni su talee, margotte, innesti, fatte per me da persone molto più sagge. Ho capito così il valore dello scambio, inteso innanzitutto come cultura!
La scoperta dell’irrigazione goccia a goccia, poi, mi ha aperto un mondo, dato che non avevo idea che fosse la forma di irrigazione che in assoluto permette un risparmio idrico maggiore. In ultimo, c’è stata l’autocostruzione della mia fantastica compostiera autosufficiente da balcone, che mi ha permesso fin da subito di avere compost maturo e di ottima qualità tutto l’anno partendo dai rifiuti di cucina: l’apoteosi delle 3 R!
Andando avanti di questo passo ho continuato a riflettere su un modo per poter ridurre la mia impronta. Arrivarono così i miei spunti di ecoriduzione, questa volta non più buttati d’impulso ma davvero pensati e completi. Dalla coltivazione sul balcone fino alla cucina e all’autoproduzione: tutto questo mi ha portato ad autoprodurre: germogli, seitan, yogurt di soia, latte vegetale e tofu, pasta madre
per pane, pizze e focacce, crauti, un essiccatore per frutta, verdura e semi. Di lì a poco tutto questo si ripercuoteva anche sui viaggi, dalla pianificazione della meta fino alla preparazione della valigia! A casa, invece, la mia riduzione e autoproduzione mi hanno portato in poco tempo alla creazione del beauty-case perfetto e all’autoproduzione di colore per capelli (henné e indigo), di un oleolito profumato per il corpo, di gel per capelli ai semi di lino, del burro di cacao, del dentifricio, del deodorante e del sapone.
In questo senso ho continuato usando la coppetta mestruale (moon cup) al posto degli assorbenti e abolendo make-up di sintesi a favore del mineral make up. Tutte queste sono le esperienze che ho iniziato a fare nel 2007 e che ora, dopo cinque anni, porto avanti con la stessa determinazione e spinta, perché quel che ho capito è che poco importa se i nostri intenti sono nuovissimi o di vecchia data, il punto è che bisogna provarci tutti i giorni: è nel quotidiano che ognuno di noi può agire per cambiare le cose!