Cosa ci insegna il parto a domicilio
Dopo esser stato coinvolto per più di mezzo secolo nella nascita in ambiente ospedaliero e a casa, e in diversi paesi, e prendendo in considerazione ciò che insegna la prospettiva fisiologica, mi sento autorizzato a indicare i principali ostacoli da superare per rendere il parto in casa molto più facile, e quindi più sicuro. Far riferimento a questi ostacoli è un modo diverso e indiretto per ripetere quello che già sappiamo sui bisogni fondamentali della donna quando partorisce.
Innanzitutto, il primo passo è quello di rimettere in discussione l’opinione, fortemente radicata a livello culturale, secondo cui una donna non è capace di partorire per conto proprio. Uno degli effetti pratici di questa convinzione diffusa è che, se per caso una donna partorisce così facilmente e rapidamente da non riuscire a raggiungere l’ospedale o a farsi assistere a casa dall’ostetrica, nella maggior parte dei casi la nascita avviene in un’atmosfera di panico, invece che di euforia o di gioia.
Già nel corso della gravidanza dovrebbe essere facile spiegare che, quando un parto avviene così facilmente e senza interventi, in genere non si corrono rischi, e così convincere tutti che non è urgente fare niente, a parte assicurarsi che madre e bambino non abbiano freddo. Sbarazzarsi di questa credenza renderebbe un parto in casa non pianificato il più sicuro possibile, come anche un parto in un luogo imprevisto in un momento inatteso.
Uno dei principali ostacoli a un parto facile – in particolare a un parto in casa facile – è un eccessivo ricorso al linguaggio. Potrei raccontare numerosi aneddoti su domande, commenti e raccomandazioni inutili, formulati da professionisti ben intenzionati. Un ulteriore ostacolo da superare è la ben radicata tendenza a introdurre, senza alcuna precauzione, parecchie persone attorno alla donna in travaglio, una tendenza antica quanto la socializzazione del parto. In molte società, una delle donne presenti assume il ruolo di ostetrica ed è abitualmente accompagnata da familiari o dai vicini. Per tradizione, l’ostetrica è una figura autonoma e molto indipendente: in luoghi così diversi come la Persia e l’America del Sud c’è un proverbio secondo cui la presenza di due ostetriche renderebbe il parto difficile; in Persia si dice: “Quando ci sono due ostetriche, la testa del bambino viene di traverso”. La diffusione di una simile osservazione è facile da interpretare, se consideriamo come, in origine, l’ostetrica fosse la madre o una sostituta della madre: è difficile fare affidamento su due figure materne allo stesso tempo.
Di recente si sono affermati nuovi modi per aumentare il numero di persone presenti durante il parto. Alcuni di essi sono stati perfino divenuti ufficiali: per esempio, se una donna inglese vuole partorire a casa con le ostetriche del servizio sanitario pubblico, di regola viene inviata una coppia di ostetriche. Chi ha stabilito questa regola non poteva immaginare che in questo modo il parto potrebbe diventare più difficile, dunque più rischioso (anche se capita che una delle ostetriche resti nelle ‘retrovie’).
Non soltanto è sempre più frequente la presenza di due ostetriche, ma oggi un’altra assistente, la doula, può essere introdotta sul luogo della nascita. Si tratta di un fenomeno diffusosi improvvisamente a livello internazionale, che vale la pena analizzare e interpretare nel contesto del XXI secolo.