Burkina Faso, Sahel
Africa dell’Ovest, gennaio 2012
… Ripartiamo, mentre ai nostri lati il paesaggio cambia: l’asfalto diventa una pista di terra rossa e le case si trasformano in spogli alberi spinosi. Le informazioni raccolte lungo la strada ci conducono rapidamente alla casa di Yacouba dove scopriamo, dalla voce di una donna, che è appena partito nella brousse. Sui muri scrostati della sua abitazione troviamo il suo numero di telefono scritto in grandi cifre arancioni.
Accanto, i volantini in bianco e nero della presentazione del film dedicato alla sua storia, The man who stopped the desert (L’uomo che fermò il deserto). Lo chiamiamo e dopo cinque minuti il rumore di una moto annuncia il suo arrivo. È un uomo anziano con il viso solcato da rughe, gli occhi stretti e la barba bianca. Ci sorride. Lo salutiamo in morè (lingua parlata dall’etnia mossì) e gli chiediamo com’è andata l’annata. Ci risponde che quest’anno non ha coltivato: sapeva che non sarebbe caduta abbastanza pioggia.
Ci sediamo e gli spieghiamo il motivo della nostra visita: conoscerlo e vedere con i nostri occhi il suo lavoro. Ci ringrazia calorosamente e ci invita a visitare la sua foresta. Così seguiamo la sua tunica marrone salire sulla motocicletta e perdersi nella brousse. Sarà una visita di due ore, intramezzata da numerose soste nelle
quali ci racconterà con passione il lavoro che ha fatto e sta continuando a fare da trentasette anni sui venticinque ettari di terreno della sua famiglia. Quello che si presenta davanti ai miei occhi alla prima sosta mi sorprende: una foresta rompe la monotonia della savana. Yacouba scende dalla moto e ci mostra come ha trasformato il compatto suolo del Sahel in un ecosistema pieno di vita. Mi addentro insieme a lui nell’intreccio di rami e arbusti, tra nidi di uccelli e qualche farfalla….
La verisone completa dell’articolo “
L’uomo che semina gli alberi” si trova nel numero di
Giugno 2012 del mensile Terra Nuova, disponibile anche come
ebook.