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Essere il cambiamento

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Citando una famosa frase di Gandhi “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, vi presentiamo il libro “Non prendeteci per il Pil!”.
Pur essendo cresciuti in quel mondo dove un immenso apparato, fatto di mezzi di comunicazione di massa, batteva ogni giorno e notte sullo stesso tasto che questo era il mondo migliore dei mondi possibili, alcuni hanno cominciato a pensare che fosse vero il contrario, che bisognasse indirizzare l’economia sulla strada della decrescita e che la democrazia doveva uscire dal rituale delle elezioni tra partiti apparentemente diversi, ma unificati dalla stessa valutazione positiva di questo mondo, e tornare a essere il coinvolgimento diretto delle persone nelle scelte collettive che avevano pesanti ricadute sulle vite individuali. Ma soprattutto che il fare non può essere il fine a cui gli esseri umani sacrificano la loro vita, ma deve tornare ad essere il mezzo di cui si servono per ridurre la loro dipendenza dalal natura, per utilizzarne le risorse allo scopo di realizzare meglio le proprie potenzialità.
Il ruolo di produttori e di consumatori di merci non esaurisce la richezza degli esseri umani. Sono soltanto la premessa per sviluppare tutti gli altri aspetti che li caratterizzano: la capacità di amare, la creatività, la capacità di costruire rapporti di collaborazione con gli altri, di rendere felici i propri figli con il dono del proprio tempo e la trasmissione delle conoscenze che si sono acquisite nel corso degli anni, di lasciarsi rapire dalla bellezza, di rendere più bello il pezzetto di mondo in cui si trovano a vivere, di difenderlo dagli assalti di chi in nome del profitto vorrebbe distruggerli. Sono state queste riflessioni a farmi incontrare Andrea qualche hanno fa e a iniziare un confronto che penso abbia arricchito entrambi, che prosegue e continuerà ad arricchirci.
Dalla prefazione del libro di Maurizio Pallante
 
 

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