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Terremoto: Napolitano non rinuncia a spendere soldi per il 2 giugno

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Napolitano si rifiuta di cancellare le celebrazioni in pompa magna. La parata del 2 giugno costerà “solo” 3 miliardi di euro. Il popolo del web è inferocito: poco rispetto per i terremotati emiliani
La festa della Repubblica s’ha da fare. Il Presidente Napolitano conferma la volontà di celebrare il 2 giugno con tanto di parata militare, destando sconcerto tra il popolo del web e la società civile emiliana, che a gran voce sui social network aveva richiesto di impiegare a favore dei terremotati i costi stanziati per la parata militare.
Il Presidente della Repubblica ha dichiarato che la Festa verrà celebrata in modo sobrio, ma la sua assicurazione non ha per niente placato gli animi della popolazione che attraverso il web (Napolitano ha un collegamento internet?) esprime in modo immediato il proprio risentimento. Ma non è un problema di alfabetizzazione informatica. Dopo il terremoto in Friuli, nel 1976, il presidente Leone alla sfilata preferì la deposizione di una corona al Milite Ignoto. Perché adesso no? Su twitter e Facebook si propaga lo slogan «Spalare e non sfilare» con una raccolta di firme per sospendere l’inutile parata e devolvere i fondi ai terremotati emiliani, che tra danni civili, architettonici e industriali hanno subito la perdita di un patrimonio di miliardi di euro. Alcuni utenti hanno invitato tutti a sostituire la propria foto dei profili sui social network con un 2G listato a lutto.
Secondo il Corriere della Sera a sfilare lungo via dei Fori Imperiali saranno circa 3.200 militari e civili e il costo complessivo, sono le stime della Difesa, dovrebbe aggirarsi tra i 2 milioni e 600 mila euro e i 2 milioni e 900 mila. Il costo totale dunque, calcolate anche le spese di allestimento per le tribune, sarebbe dunque intorno ai 3 milioni di euro. Prezzo ridotto, si intende, dopo la scelta “sobria” del Presidente.
Ai tempi della sciagura friulana il Ministro della Difesa Forlani decise che i militari e i mezzi di stanza al nord venissero utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali. Il presidente Leone annullò la parata. Cosa è cambiato da allora? C’è bisogno di tutta questa retorica nazionale?
Lo stesso sindaco di Medolla, Filippo Molinari, ha proposto di annullare la parata del 2 giugno e la visita di Papa Ratzinger a Milano per devolvere i soldi alle popolazioni vittime del terremoto. E ieri sera si è fermato anche il calcio, ragioni di sicurezza, ma anche di “decenza”.
«Celebreremo sobriamente il 2 giugno – ha fatto sapere Napolitano – in memoria delle vittime perché la Repubblica deve dare conferma della sua vitalità, forza democratica, serenità e fermezza con cui affronta le sfide». Ma qual è la vitalità dello Stato Italiano? E con quale fermezza sta affrontando le sfide? Perché non mostrare un gesto di solidarietà verso i propri cittadini di fronte all’emergenza?

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