La ristrutturazione conviene di più
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Le detrazioni per le ristrutturazioni delle case passano dunque dal 36% al 55%, con contestuale aumento da 48.000 a 96.000 euro del tetto di spesa agevolabile. Ovviamente sullo sfondo c’è l’intenzione politica di ridare ossigeno alla tanto amata crescita del Pil, senza la quale sembra che siamo tutti condannati all’estinzione. La bozza di decreto, appoggiata da tutte le forze parlamentari, deve ancora passare al vaglio del ministro Passera, ma sembra ormai impossibile un retrofront su una questione così importante, su cui si esercitano le pressioni delle principali lobby di settore.
Nel decreto si prevede anche la detrazione delle imposte di registro per compravendite di abitazioni di valore fino a 200 mila euro: l’incentivo sarebbe pari alla detrazione totale dell’imposta lorda calcolata su un valore fino a 100 mila euro. E si parla anche di una possibile a detrazione totale degli interessi passivi sui mutui. Ma se queste due agevolazioni graverebbe ancora incertezza. Assolutamente positiva la proroga sul 55% degli interventi di riqualificazione energetica con un beneficio economico e ambientale enorme. Secondo l’Enea (l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie) questo bonus in Italia ha generato investimenti complessivi superiori a 4.600 milioni di euro, con un risparmio medio pari a circa 5 MWh/anno,.
L’Italia per rimettersi in carreggiata e dare nuovo ossigeno all’economia punta tutto sul mattone, dando nuove speranze a tutto l’indotto che lavoro attorno all’edilizia. Il mattone del resto è il bene principale degli Italiani, su cui gravano già molte tasse. Di fronte alla crisi il possesso della casa per gli Italiani diventa una strategia di salvezza, ma rispetto al passato si rafforza anche il potere dello Stato: tassando le case con l’Imu si hanno entrate certe. Tutti contenti? Sicuramente no, salutiamo però con approvazione questo nuovo decreto che dovrebbe aiutarci in quella che è la spesa più sensata: rimettere a posto le vecchie case e risparmiare energia.