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Il primato mondiale dell’Italia sul fotovoltaico

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Un risultato confermato dai recenti dati del Gse, che però di fronte al restringimento degli incentivi sul fotovoltaico, lascia poco spazio ai festeggiamenti. In Italia si installa di più il policristallino…
L’Italia ha il primato mondiale del fotovoltaico, nel 2011 infatti abbiamo battuto anche la Germania sulla potenza installata. Lo avevamo già scritto qualche mese fa, in base a quelli che erano dei dati provvisori, ma ora è arrivata la conferma ufficiale. Il Gse, Gestore dei Servizi Elettrici, ieri ha diffuso i dati relativi ai nuovi impianti fotovoltaici installati in Italia nel 2011, confermati dal Global market outlook dell’Associazione europea dell’industria fotovoltaica.
Nel 2011, il mercato italiano del fotovoltaico è diventato il primo al mondo su base annua e la nuova potenza fotovoltaica installata in Italia ricopre più di un terzo di tutto il mercato mondiale del 2011. Certo se si considera la potenza cumulata la Germania, che approfitta di un netto anticipo culturale, sta ancora davanti a noi, con 24.700 Megawatt installati. Tutti quelli che criticano i grandi impianti energetici si devono ricredere. A  crescere di più sono stati i piccoli impianti, montati sui tetti di scuole e capannoni.
Se si guarda alla disposizione degli impianti, scopriamo ahimé che il 49% è stato collocato su terreno, il 41% è su tetti, il 6% è su pensiline e serre. Interessante notare anche la tecnologia impiegata e la differenza con gli altri mercati: se nei paesi nordici il monocristallino va per la maggiore, alle nostre latitudini il policristallino è stato applicato per il 70% dei moduli, mentre il silicio monocristallino è stato scelto nel 23% dei casi e il 7% è rappresentato da film sottili. Circa il 65% della potenza fotovoltaica installata in Italia, inoltre, fa riferimento al settore industriale, mentre la quota del comparto residenziale si attesta sul 9%.
Di fronte all’exploit del 2011 resta da capire cosa succederà dal primo luglio in poi, quando subentrerà il nuovo conto energia, con tagli previsti di circa il 35% sugli incentivi attuali. Il buon senso vorrebbe che il primato fosse onorato e sostenuto con investimenti appropriati, a beneficio delle nostre tasche, dell’ambiente, del lavoro e delle generazioni future. Ma evidentemente Monti, Passera e compagni hanno un’altra idea sul futuro di questo paese.

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