Gli oli minerali impiegati per gli inchiostri dei cartoni della pizza possono finire nel cibo. Il problema è più grave per i cartoni riciclati e la temperatura elevata favorisce la trasmigrazione
Le scritte colorate stampate sui cartoni finiscono negli alimenti e rischiano di rovinarci l’appetito.
In passato era stata accertata la contaminazione di idrocarburi nei pacchi di pasta e di riso. E si consigliava l’uso di una doppia confezione, che potesse isolare il cartone dallo stesso alimento. In questo caso invece sotto accusa sono i cartoni per la pizza.
Oekotest, la rivista di consumo tedesca che ogni mese documenta diversi test di laboratorio, ha rinvenuto la presenza di sostanze nocive in quantità preoccupanti nelle pizze cotte e confezionate al volo nei ben noti cartoni. Il problema si verifica soprattutto nei cartoni in carta riciclata e viene accentuato dalla temperatura elevata che accelera la trasmigrazione di oli minerali nei cibi.
La carta riciclata, come è risaputo, può contenere oli minerali, derivati dagli inchiostri dei giornali e dei periodici stampati, che quindi possono venire a contatto con i cibi contenuti: pizza, pasta, riso, cereali, crackers, biscotti e via dicendo. Gli effetti sulla salute sono ancora poco chiari, ma gettano in un clima di incertezza il consumatore, che soprattutto in Italia ricorre spesso al take away in pizzeria.
Si conta che nel nostro Paese oltre un milione di pizze da asporto vengano ogni giorno sfornate e velocemente impacchettate negli astucci di cartone per essere portate a casa. Alcuni anni fa dal nostro mercato erano state abolite delle scatole non a norma capaci di rilasciare benzene, ftalati e fenoli. In base alle leggi vigenti, la carta riciclata è utilizzabile solo per alcuni prodotti alimentari, ma non per le confezioni destinate alla pizza da asporto. Pertanto, non tutti i cartoni per pizza sarebbero dannosi, ma solo quelli sottoposti a particolari processi di riciclo della carta che lascerebbero dei residui altamente nocivi per la salute del consumatore finale.
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