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Pericoloso l’uso di analgesici in gravidanza

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L’uso di analgesici oppioidi in gravidanza danneggia il nascituro: è la conclusione cui giunge uno studio scientifico appena pubblicato.
Fonte: Farmacovigilanza.org
A cura di Ylenia Ingrasciotta e Alessandra Russo. Dipartimento Clinico Sperimentale di Medicina e Farmacologia. Università di Messina
Sulla rivista American Journal of Obstetrics and Gynecology è stato pubblicato un articolo (1) relativo al possibile rischio di difetti congeniti associato all’assunzione di analgesici oppioidi durante la gravidanza. Di seguito se ne riporta un’ampia sintesi.
Per valutare se il trattamento materno con oppioidi in un periodo compreso tra 1 mese prima della gravidanza e il primo trimestre di gestazione fosse associato a difetti congeniti, sono stati analizzati i dati del National Birth Defects Prevention Study NBDPS) in bambini nati tra l’1 ottobre 1997 e il 31 dicembre 2005. NBDPS è uno studio caso-controllo basato sulla popolazione che ha valutato >30 tipi di difetti congeniti strutturali maggiori focalizzando l’attenzione sull’esposizione avvenuta immediatamente prima o durante la gravidanza.
Per quanto riguarda i “casi” era necessario avere a disposizione una diagnosi confermata. Dalle stesse regioni geografiche dei “casi” e nello stesso periodo di tempo sono stati selezionati i “controlli” (un campione annuale di circa 1200 nati vivi senza difetti congeniti).
Il campione finale incluso nell’analisi era rappresentato da 17.449 “casi” e 6701 “controlli”.
Su 17.449 madri di bambini con difetti congeniti, 454 (2,6%) hanno riportato un’esposizione ad analgesici oppioidi in un periodo compreso tra 1 mese prima e 3 mesi dopo il concepimento. Su 6701 controlli, 134 (2%) hanno riportato un trattamento in questo periodo di tempo.
I più comuni oppioidi riportati includevano la codeina (34,5%), l’idrocodone (34,5%), l’ossicodone (14,4%) e la meperidina (12,9%).
  • L’esposizione a codeina e idrocodone è risultata lievemente più frequente tra i “casi”.
  • L’esposizione ad ossicodone e meperidina è risultata lievemente più frequente tra i “controlli”.
Rispetto ai “controlli”, nel gruppo dei “casi”, sono state osservate con frequenza lievemente superiore alcune caratteristiche (livello inferiore di istruzione materna, obesità pre-gravidica e abitudine al fumo nel periodo del concepimento).
L’utilizzo di oppioidi era più spesso riportato nell’ambito di procedure chirurgiche (41%), infezioni (34%), malattie croniche (20%) e traumi (18%).
L’analisi primaria includeva un totale di 7724 bambini con ≥1 dei 15 diversi tipi di difetti cardiaci congeniti. Le stime dell’effetto erano elevate in misura statisticamente significativa per tutti i difetti cardiaci congeniti combinati (OR 1,4; IC 95% 1,1-1,7). È stata anche osservata un’associazione statisticamente significativa tra l’uso materno degli oppioidi in un periodo compreso tra 1 mese prima e 3 mesi dopo il concepimento e la spina bifida (OR 2; IC 95% 1,3-3,2), ma non con altri difetti del tubo neurale studiati (anencefalia o craniorachischisi).
È stata osservata un’associazione statisticamente significativa per idrocefalia (OR 2; IC 95% 1-3,7), glaucoma o difetti nella camera anteriore dell’occhio (OR 2,6; IC 95% 1-6,6) e gastroschisi (OR 1,8; IC 95% 1,1-2,9).
Limitando la definizione di esposizione ai primi 2 mesi dopo il concepimento sono stati osservati risultati molto simili alle principali stime (periodo compreso tra 1 mese prima e 3 mesi dopo il concepimento).
La codeina e l’idrocodone hanno rappresentato la maggior parte dei risultati statisticamente significativi delle analisi principali e l’ossicodone è risultato associato in misura statisticamente significativa soltanto con la stenosi della valvola polmonare. Tuttavia, non si può concludere se un farmaco dovrebbe essere preferito ad un altro in termini di rischio di difetti congeniti.
Nelle analisi principali è stato osservato che la maggior parte dei difetti congeniti è risultata associata in modo statisticamente significativo con il trattamento con oppioidi all’inizio della gravidanza.
In linea con alcuni precedenti studi, quest’analisi ha mostrato un’associazione tra il trattamento materno con analgesici oppioidi nei primi mesi di gravidanza e alcuni difetti congeniti. Questa informazione dovrebbe essere presa in considerazione dalle donne e dai loro medici che stanno prendendo decisioni sul trattamento durante la gravidanza.
Pertanto, è di fondamentale importanza che i medici valutino sia i benefici associati a questi farmaci sia i potenziali rischi correlati ad essi, non solo nelle donne che si trovano in stato di gravidanza o che stanno programmando di diventarlo, ma anche nelle donne in età fertile, in quanto si può verificare una gravidanza non programmata e quindi un’esposizione non desiderata.
Bibliografia
  1. Broussard CS, et al. Maternal treatment with opioid analgesics and risk for birth defects. Am J Obstet Gynecol 2011; 204: 314.e1-11.

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