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Il tacchino zeppo di antibiotici

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Secondo una ricerca effettuata in Germania negli allevamenti di tacchino si usano troppi antibiotici che creano batteri resistenti nelle carni. Gli animali vengono trattati in modo barbaro. Meglio il biologico…
Una ricerca effettuata dalla rivista Oeko Test mostra che negli allevamenti di tacchino si utilizzano percentuali rilevanti di antibiotici. La somministrazione per di più viene spesso attuata per un periodo troppo breve che non serve ad estirpare i germi patogeni. Il rischio corrente è dunque quello di sviluppare batteri resistenti, contro cui non esistono più medicinali efficaci anche per gli uomini. I batteri rinvenuti nelle carni di pollo erano resistenti a penicillina, tetraciclina e altri antibiotici. In una rilevazione sono stati trovati batteri MRSA, resistenti a qualunque tipo di antibiotici, in altri ancora tracce di salmonella.
La rivista fa luce anche sulle cattive condizioni in cui vengono alloggiati gli animali. Ai polli di allevamento, di tipo convenzionale, vengono ad esempio amputate le ali ed il becco subito dopo la nascita. Una regola applicata quasi sempre, che permette di far “vivere” e soprattutto ingrassare i poveri pennuti in spazi molto angusti con un peso di 58 kg per mq. In seguito a questa amputazione gli animali soffrono per ogni singolo movimento. E a causa della stretta vicinanza sono molto più soggetti a contagi e malattie, diventando anche più aggressivi l’uno contro l’altro, finendosi anche per uccidere l’uno con l’altro.
Il consiglio di Oeko Test è quello di rinunciare alla carne bianca convenzionale e preferire, eventualmente, solo quella biologica. Gli animali hanno più spazio a disposizione, mangimi di qualità superiore e possono anche stare all’aperto. Purtroppo però anche nell’allevamento biologico vengono spesso utilizzati antibiotici, che dovrebbero essere scelti come ultima ed estrema alternativa. La differenza è che possono venire trattati con antibiotici solo una volta. Gli animali pesano circa la metà rispetto a quelli allevati in modo convenzionale, e risultano dunque meno gravati di peso sulle articolazioni, riuscendo a muoversi senza difficoltà.

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