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È sempre possibile non uccidere

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Caro Giuseppe Gorlani, ho letto la sua lettera «Non si può vivere senza uccidere» su TN dei Lettori di dicembre. Secondo me è bene che lei non faccia crociate contro i carnivori… Lettera di Maurizio dal titolo “È sempre possibile non uccidere”.
È sempre possibile non uccidere
Quel «sebbene sia vegetariano», «la vita si nutre di se stessa» eccetera, valgono veramente poco. Lei, quando consuma yogurt, sa benissimo che contribuisce a uccidere, perché la catena dei prodotti lattiero-caseari prevede l’eliminazione dei vitellini. Per questo trovo inutili proclami come «è bene uccidere il meno possibile». Cosa vuol dire il meno possibile? Chi decide il meno possibile?

Nella nostra parte del mondo è sempre possibile non uccidere, altro che «meno possibile». Non siamo tra gli Inuit che hanno necessità di uccidere foche per la loro sopravvivenza (ma forse ormai nemmeno loro). La bellezza e l’amore non fanno commercio con l’uccidere «più o meno», e poesia e bellezza non risiedono nei macelli e negli allevamenti intensivi. Quel grande spirito libero di Albert Schweitzer, del quale ho appena letto Aus meinem Leben und Denken (Sulla mia vita e il mio pensiero), ha coniato la frase che ha guidato e ispirato la sua vita: «Ehrfurcht vor dem Leben», ovvero «venerazione davanti alla vita». Anche davanti a quella dei microbi della malattia del sonno, inquadrati nel microscopio a Lambarenè, che doveva uccidere per salvare vite più importanti, aveva la medesima venerazione.

Tornando alla poesia, Andrea Zanzotto, poeta veneto scomparso da poco, a chi gli domandava perché secondo lui i veneti avessero ridotto la propria regione a una sequela di capannoni industriali, rispondeva: «perché non lo hanno amato». Allo stesso modo, alla maggior parte degli italiani continua a non fregare assolutamente nulla delle bellezze naturali e basta guardarsi intorno per vederlo. Ma la natura sta reagendo: alluvioni e smottamenti non sono casuali. Nulla è per caso. Si alza forse per caso il sole al mattino? Il mondo è regolato dalla legge di causa-effetto. Il fatto di non riuscire a stabilire un nesso per determinati avvenimenti che chiamiamo «casuali», non significa che non abbiano una causa. Ci sono più cose tra cielo e terra che nei pensieri degli uomini. Alla redazione, invece, vorrei fare i complimenti per i due articoli «Siate salvatici» e «I bambini del nuovo millennio» (rispettivamente a pag. 37 e 56 del numero di dicembre).

In quest’ultimo per me è evidente la realtà della reincarnazione: questi bambini hanno qualità che si portano dietro da altre vite. Condivido a pieno e trovo veramente interessante anche l’intervista a Igor Sibaldi. Personalmente ho fatto qualche esperienza in proposito e le decisioni «apparentemente pazze» si sono rivelate sempre le migliori! Chissà che questi «bambini salvatici» non ci aiutino a creare un mondo migliore perché, come dice Mimmo (direttore di TN, ndr), fare peggio di così è veramente difficile.

Ho visto un film veramente interessante e lo segnalo ad altri lettori: si intitola Un equilibrio delicato. Digitando il titolo del film su internet (e qui io la spina non la stacco!), lo si può scaricare gratuitamente da You Tube.

Ciao e buon lavoro! Maurizio Destro Benini

Articolo tratto dalla rubrica “Terra Nuova dei Lettori” pubblicato su Terra Nuova – Gennaio 2012 disponibile anche come eBook.

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