Ritmo e battito costante
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Risvegliare il cuore bambino
di Carla Hannford
Terra Nuova Edizioni
cod. EA067 – pp. 200 – € 14,00
(per gli abbonati e 12,60)
I gocciolii e i gorgoglii della digestione sono suoni che non danno fastidio, ma i brontolii dello stomaco possono arrivare ad 85-95 decibel. La normale voce umana si attesta, all’incirca, a soli 60 decibel.39 Il feto non è inerte dentro questa incubatrice rumorosa; è invece molto attivo e reattivo a tutti i tipi di stimoli che vengono dall’interno e dall’esterno.
Il suono che più mi ha colpito è stato il respiro ritmico della madre, che risuonava proprio come le onde dell’oceano che lambiscono con dolcezza una spiaggia hawaiana. È facile capire perché in spiaggia la gente, pur stendendo l’asciugamano accanto a perfetti sconosciuti, non ha la sensazione che il suo spazio sia stato invaso: sono tornati nell’utero, al sicuro con il ritmo della ris cca, un ricordo della calma evocata dai suoni del respiro nel grembo. Gli altri suoni che in utero rivestono importanza sono il battito del cuore e il flusso ritmico del sangue attraverso i vasi sanguigni materni. Il battito cardiaco esprime uno schema così potente che il feto potrebbe, per assurdo, rispondere ritmicamente ad un timpanista durante un concerto dopo 25 settimane dal concepimento.
Il battito del cuore è uno schema di riferimento per l’embrione in via di sviluppo, il cui cuore batte molto prima di avere sangue da pompare, 41 giorni dopo il concepimento.42 Il ritmo del cuore materno, sia esso coerente o incoerente, permette all’embrione e al feto di distinguere quando la mamma è al sicuro oppure in pericolo. Se il ritmo del cuore materno è coerente, permetterà al bambino di acquisire la capacità di mantenere un suo ritmo costante per tutta la vita.
L’embrione e il feto si muovono sempre in sincronia col battito cardiaco della madre e col movimento del suo corpo. Dopo la nascita, il battito costante della madre indurrà nel bambino movimenti ritmici nel momento in cui esso sarà a contatto col corpo materno o verrà cullato fra le sue braccia. L’affinità innata tra l’essere umano e il battito costante del cuore emerge chiaramente dai movimenti di cullamento ritmico che ci ritroviamo a fare quando teniamo in braccio un bambino. Istintivamente le madri iniziano ad allattare i loro bambini dapprima sul lato sinistro, con l’orecchio destro del bimbo contro il cuore della mamma, il che gli permette di valutare il grado di sicurezza o di pericolo dell’ambiente a partire dallo schema cardiaco materno, coerente o incoerente. L’orecchio sinistro è libero di cogliere le tonalità, la musica e la qualità emotiva della voce materna e dell’ambiente.
Un battito costante e ripetuto nel tempo può influenzare, in positivo e in negativo, il nostro amore per il ritmo musicale: quando sono i suoni bassi a segnare il ritmo, ecco che per esempio il nostro corpo si muove per danzare oppure possiamo provare fastidio se la sera qualche adolescente alza il volume della musica e scorrazza per le strade. Il battito costante ci aiuta ad organizzare il respiro, a camminare, a danzare e ci permette di ricavare schemi di apprendimento dalle informazioni sensoriali in entrata.
In Alaska, a Savanga, un piccolo villaggio a soli 56 chilometri dal confine russo, tutte le musiche eschimesi hanno origine dal ritmo del cuore. E questo sembra sia vero in tutto il mondo. È così per gli strumenti antichi, come il tamburello dipinto in una pittura rupestre di almeno 8000 anni fa a Catal Huyuk, in Turchia, che era stato senza ombra di dubbio costruito per imitare il battito del cuore, come i tamburi odierni. Tra tutti i diversi ritmi di tamburo, quello scelto più di frequente è il battito coerente del cuore umano. Nei film dell’orrore, i registi usano il ritmo del battito cardiaco per catturare a livello subliminale l’attenzione del pubblico, poi lo accelerano e lo rendono incoerente nel corso delle scene drammatiche, per indurre la paura in chi ascolta. Quando la madre è sottoposta a stress e il battito non è più costante nè coerente, anche la frequenza del cuore e del respiro del feto diventa incoerente. Lo stress materno cronico potrebbe essere una delle possibili cause della SIDS (sindrome della morte improvvisa) del neonato.
I bambini con una frequenza cardiaca irregolare (incoerente) vanno incontro ad un rischio 41 volte più elevato di sids nel loro primo anno di vita, in confronto ai bambini che hanno una frequenza cardiaca regolare. Respiro e battito cardiaco incoerenti possono essere osservati nelle scimmie e negli orfani che sono stati isolati dalle loro madri subito dopo la nascita, deprivati quindi del tocco e del movimento. Questi piccoli si dondolano avanti indietro nel tentativo di ristabilire in qualche modo il movimento di un battito costante, di cui sentono la mancanza. Oggi i terapeuti si rendono conto che questa autostimolazione è un tentativo di riportarsi dentro una matrice coerente, che possa facilitare lo sviluppo del cervello e il processo di apprendimento. Quando i genitori o chi si prende cura del bambino, lo cullano e gli danno colpetti sulla schiena con un ritmo costante o gli fanno fare il ruttino, ecco che viene stimolata l’abilità del bambino di percepire e utilizzare questo ritmo. Semplici filastrocche, come “batti batti le manine”, sono eccezionali per stimolare nel bambino un ritmo costante.
Si prendono le mani del bambino e lentamente e con delicatezza si battono insieme ad ogni frase: un battito durante “batti batti”, poi di nuovo un altro durante “manine”, e poi ancora durante “che presto” e così via. Non si devono battere le mani ad ogni sillaba (bat-ti-bat-ti-lema-ni-ne), perché questo romperebbe il ritmo e indurrebbe incoerenza nel cervello. Le filastrocche e le canzoni infantili sono strumenti efficacissimi per fare in modo che il bimbo acquisisca, precocemente, la capacità di mantenere un ritmo costante. Il bambino potrà scuotersi o colpire le ginocchia (o altre parti del corpo) mentre ascolta i ritmi e canta, e potrà “fare l’eco” alle parole e/o alla melodia quando gli diventeranno familiari. Il battito costante amplifica la nostra capacità di cogliere lo schema del linguaggio, ne permette l’espressione sotto forma di parole e traduce quello schema in simboli per poter comprendere il linguaggio stesso.
Testo tratto da pagina 119 e seguenti del libro.
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