Progetto casa solidale
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«Ricevere un aiuto quando se ne ha bisogno è una delle cose più belle che possa capitare» afferma commosso Giovanni. Marco e la sua famiglia lo hanno ospitato per nove mesi nell’appartamento al piano di sotto della loro casa. Gratis. «Non mi hanno risolto solo un problema logistico, mi hanno accolto come fossi parte della loro famiglia» racconta Giovanni. «Mi dicevano di salire a mangiare con loro, perché erano soli. E poi puntualmente mi ritrovavo a mangiare con una quindicina di persone.»
Così funziona Casa Solidale. È un progetto dell’associazione A. M. A. (Auto Mutuo Aiuto) di Trento. Vuole mettere in contatto persone disposte a condividere spazi abitativi e persone che hanno bisogno di essere ospitate, ma senza scopo di lucro. Il Comune di Trento si era reso conto dell’aumento del numero di persone che portavano i loro problemi di alloggio e di solitudine. È stato un dipendente comunale, Nicola Pedergnana, a ipotizzare un nuovo servizio. Assieme a Sandra Venturelli, una delle persone più attive dell’associazione, ha cominciato a sviluppare questo progetto ormai più di due anni fa.
Un primo colloquio con la persona che cerca alloggio serve a stabilire se è adatta a questo progetto. Se i suoi problemi fossero eccessivamente complessi, viene indirizzata verso i servizi sociali. Casa Solidale si occupa infatti di persone in momenti di bisogno non cronici. Un requisito fondamentale è che chi offre alloggio non si comporti da padrone di casa, ma tratti l’altro da pari. E chi invece cerca un tetto non deve cadere nella dipendenza dall’altro, ma deve essere autonomo, anche economicamente. Dopo il primo colloquio, se le persone sono considerate adatte a questo tipo di progetto, vengono invitate alla serata «Casa Solidale», che diventa un momento di conoscenza reciproca.
La consapevolezza dei propri bisogni è fondamentale affinché l’incontro abbia successo. A questo scopo vengono anche fatti dei colloqui psicologici, per fare in modo che la persona abbia ben chiare le proprie esigenze. «A volte viene fuori che in realtà la persona che offre casa sta cercando un compagno o una compagna» spiega Zilma Lucia Velame, la principale responsabile del progetto. Quando la combinazione di offerta e domanda riesce, si stipula un vero e proprio contratto scritto, che garantisce dei diritti e doveri di entrambi gli interessati. Si propongono inizialmente sei mesi di prova. Le situazioni sono comunque fluide, non definitive.
Giovanni ora vive con Amir. «Mi ero detto: appena ritorno a casa voglio ricambiare il favore» racconta Giovanni. Da febbraio 2011 convive con questo giovane eritreo. «La sera ci si fa un tè, lui mi racconta dell’Africa» precisa Giovanni. «Mi piace imparare delle cose da lui. Lui affronta tutto con calma, anche quando gli succede qualcosa di brutto».
Amir si dà molto da fare in casa. «Anche io imparo da Giovanni molte cose» precisa Amir con un italiano un po’ zoppicante. «Mi sento come in famiglia», continua Amir «se non torno lui mi chiama, mi prepara da mangiare se faccio tardi al lavoro».
«Proprio quando pensavo che la mia vita fosse sempre la solita monotonia ecco che tutto è cambiato» chiosa Giovanni. «La mia vita è ora diversa, molti dettagli non hanno più significato. L’incontro con l’altro è la cosa più preziosa».
Associazione A. M. A. onlus, via Torre d’Augusto 2/1, 38100 Trento – tel 0461 239640 – casasolidale@gmail.com – www.automutuoaiuto.it
(I nomi sono inventati dal momento in cui i protagonisti hanno preferito restare anonimi, perché il loro atto di generosità non vuole essere pubblicizzato.)
Articolo tratto da Terra Nuova Ottobre 2011 disponibile anche come eBook.
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