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L’incidente nucleare francese vicino al confine italiano

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Lo stress test non era stato eseguito. Ora le autorità francesi escludono una contaminazione radioattiva, ma i monitoraggi continuano anche in Liguria. Il colosso energetico francese minimizza l’accaduto…
Greenpeace chiede alle autorità francesi completa trasparenza sull’incidente accaduto nel sito di Marcoule e denuncia il fatto che la parte del sito coinvolta nell’incidente non è tra quelle che sono state sottoposte agli stress test europei.
“L’impianto in cui si è verificata l’esplosione non è nella lista di quelli per i quali il governo francese aveva richiesto gli stress test e non ha ricevuto alcuna ispezione dall’Autorità per la Sicurezza Nucleare europea”, commenta Salvatore Barbera, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace Italia.
Per il momento, “non c’é stata fuga all’esterno” del sito di Marcoule: lo ha detto un portavoce del Commissariato dell’energia atomica, riferendosi al rischio di fughe radioattive. Marcoule si trova a 242 km in linea d’aria da Ventimiglia e 342 da Genova. 
E, a detta del Ministro dell’Interno francese, non e’ prevista nessuna evacuazione ne’ isolamento di lavoratori della centrale dove e’ avvenuto l’incidente.
In Liguria continuano i monitoraggi da parte dell’Arpal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure, con 4 centraline disposte a Genova – sul tetto della sede dell’Arpal e in localita’ Righi -, ad Imperia e a La Spezia.
L’esplosione del forno è costata la vita ad un operaio del sito nucleare di Marcoule nel centro per il trattamento delle scorie di una filiale di EDF.  Il sito è in parte utilizzato dal gigante nucleare francese Areva per la produzione di combustibile MOX, ottenuto riciclando il plutonio dalle testate nucleari in disuso, provenienti dall’arsenale atomico d’oltralpe. La centrale di Marcoule è stata la prima centrale nucleare francese, nella Linguadoca-Rossiglione e fa parte del più ampio sito nucleare Marcoule, un’istallazione industriale gestita da AREVA e dal CEA.
Intanto il colosso dell’energia francese, a controllo statale, EDF, che a sua volta controlla Socodei, gestore del sito per il riciclo scorie (Centraco), ha fatto sapere, tramite un portavoce, che: “si tratta di un incidente industriale, non di un incidente nucleare.” 

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