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Inquinamento elettromagnetico: gli effetti del wi-fi

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Sono un vostro abbonato e ho letto sul numero di marzo di TN dei Lettori l’articolo «Internet via satellite» che parla del wireless…
Proprio in questi giorni ho comprato un notebook, che userò per casa senza fili. Cosa si può fare per limitare le onde elettromagnetiche?
Grazie, Giuseppe.

Risponde Francesco Imbesi, del Centro tutela consumatori utenti dell’Alto Adige

Le onde elettromagnetiche utilizzate per la telefonia mobile e per i collegamenti senza fili (wireless, wi-fi, WiMax, satellite, router, interfono per neonati, e altro, in un elenco che va allungandosi giorno per giorno) sono radiazioni artificiali pulsanti, caratterizzate da onde discontinue con picchi elevatissimi: si tratta di microonde, che veicolano informazioni, pur restando invisibili ai nostri occhi. Le onde che precedono e seguono la luce visibile sullo spettro elettromagnetico possono essere ionizzanti, come ad esempio i raggi X, che alterano la struttura atomica e quindi distruggono ad esempio il DNA degli organismi.

Le microonde hanno un tipo di energia diverso, vengono definite non ionizzanti, ma sarebbe più appropriato dire meno ionizzanti. Oggi non si può più affermare che siano innocue, perché è stato dimostrato che col tempo possono provocare danni seri. Quanto tempo? Dipende da tutta una serie molto complessa di fattori. Oggigiorno siamo esposti a un carico di radiazione molto molto elevato: si pensi a tutte le fonti artificiali di microonde che ci circondano, giorno e notte.

Va ricordato che l’assorbimento da parte del corpo è cumulativo, quindi c’è un limite massimo, oltre il quale un organismo «non ce la fa più». Detto questo, bisogna ricordare che le microonde o radiofrequenze si propagano attraverso le barriere, con maggiore o minore «potenza di sfondamento», e non si lasciano limitare facilmente. Ad esempio, se sei nella tua stanza col router acceso e nella stanza accanto dorme il tuo bambino, il suo corpo (che è molto più delicato) assorbirà microonde per tutto il tempo, proprio mentre dovrebbe riposare e le sue cellule dovrebbero riparare i danni al DNA causati da altre fonti di inquinamento. Anche gli abitanti degli appartamenti vicini e i loro bambini saranno costretti, anche inconsapevolmente, ad assorbire l’irradiazione del tuo router. Una volta acceso, questo irradia per tutto il tempo l’ambiente circostante anche se nessuno naviga in internet. Anche la funzionalità wi-fi del computer, una volta accesa, irradia l’ambiente circostante alla ricerca di reti attive, irradiando l’utilizzatore che si trova solo a pochi centimetri di distanza.

Se io avessi dei vicini che usano il router, chiederei loro per piacere di limitarne l’utilizzo a pochi momenti nella giornata, tenendolo sempre spento di notte e lontano il più possibile dalle pareti della mia stanza da letto. Naturalmente, ciò gioverebbe anche alla loro salute! Ancor meglio sarebbe passare al collegamento via cavo, facilitato anche dalla disponibilità di cavetti sottilissimi da nascondere agevolmente dietro i battiscopa o sotto i tappeti.

Nota della redazione: per il numero di ottobre (quello successivo a questo) stiamo preparando un dossier sull’inquinamento elettromagnetico, dove analizzeremo la questione nel dettaglio, relativa alle varie fonti qui menzionate.

Articolo tratto dalla rubrica “Terra Nuova dei Lettori” pubblicata nel numero di Settembre 2011 di Terra Nuova disponibile anche come eBook.

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