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Curare l’allergia senza farmaci

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Le cause sono molteplici, e proprio da queste bisogna partire per cercare un’alternativa agli antistaminici, scegliendo una dieta mirata associata a rimedi omeopatici e fitoterapici.
Con l’arrivo della primavera, arrivano anche le allergie: quasi un italiano su quattro entra in crisi in questo periodo dell’anno. La percentuale aumenta a uno su tre nei bambini. Starnuti, tosse, occhi che lacrimano, eczemi, asma sono i sintomi più ricorrenti. Il boom di allergie ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale: secondo la European academy of allergy si parla di 17 milioni di persone in Europa, di cui 3,5 milioni al di sotto dei 25 anni.
E sempre più spesso si ricorre a farmaci antistaminici o ai vaccini cosiddetti anti-allergici «che però non rappresentano affatto la soluzione al problema» spiega il dottor Paolo Giordo, omeopata che da anni si occupa dell’argomento e che ottiene ottimi risultati sui suoi pazienti utilizzando «rimedi omeopatici, fitoterapici e approcci alimentari in grado di modificare il terreno che predispone il nostro organismo alla reazione allergica».
«hygiene hypothesis»
Nell’ultimo decennio si è fatta strada, e ha trovato sempre più sostenitori, la cosiddetta «hygiene hypothesis» per spiegare questo enorme aumento di allergici nei paesi industrializzati. Tale ipotesi, illustrata anche in diversi studi scientifici pubblicati su riviste indicizzate, sostiene che alla base di questo fenomeno così massiccio ci sia innanzitutto un eccesso di igiene, che rende praticamente impossibile per il bambino entrare a contatto con i batteri che dovrebbero invece «allenare» compiutamente il suo sistema immunitario.
Giocano un ruolo anche la riduzione delle infezioni (che trova un fattore tutt’altro che secondario nell’aumento esponenziale delle vaccinazioni a cui i bambini vengono sottoposti già nei primi mesi di vita), l’eccessiva sterilità dei cibi e delle bevande (spesso di provenienza industriale) e l’abuso di antibiotici. Insomma, quando si parla di allergie, spiega Giordo, «non si tratta tanto di allergeni in sé, quanto invece di un terreno dell’organismo che presenta una reattività alterata agli stimoli».
Già nel 2000 diversi studi avevano segnalato che questo meccanismo d’azione derivava, appunto, da un’eccessiva diminuzione del contatto con batteri e virus. Un meccanismo che va ad alterare l’equilibrio tra due tipi di globuli bianchi, i Th1 e i Th2. Anche in Italia il fenomeno è noto da oltre dieci anni e tra i primi a illustrarlo sono stati i ricercatori del dipartimento di medicina interna dell’unità di immunoallergologia e malattie repiratorie dell’Università di Firenze, in uno studio pubblicato sulla rivista International Archives of Allergy and Immunology.
«L’aumento dell’incidenza di allergie nei Paesi industrializzati» si legge nell’articolo «suggerisce che fattori ambientali, che incidono sia prima che dopo la nascita, possano influenzare lo sviluppo delle cellule Th2 e/o le loro funzioni. La riduzione delle malattie infettive in età precoce dovuta all’aumento delle vaccinazioni, i trattamenti antimicrobici e i mutati stili di vita sono certamente importanti nell’influenzare la risposta individuale agli allergeni ubiquitari».
«Agire» sul terreno
Se è, dunque, il terreno alterato a indurre una reazione anomala, è pro prio su questo terreno che occorre agire, non tralasciando comunque un trattamento dei sintomi che garantisca un generale sollievo al paziente allergico. Ma di trattamento si parla, non di soppressione dei sintomi. «Sopprimere i sintomi allergici è sempre un errore» continua il dottor Giordo. «Siano essi costituiti da un eczema, da una dermatite atopica o da altre manifestazioni cutanee, se vengono soppressi, per esempio utilizzando il cortisone, e risospinti all’interno dell’organismo, troveranno un’altra valvola di sfogo, trasformandosi di solito in sintomi respiratori. Si passerà quindi da un’atopia a un’asma allergica, e quello sarà il risultato di mesi o anni di soppressione dei sintomi cutanei».
«Anche le vaccinazioni, oggi somministrate in numero sempre maggiore, rappresentano un’intossicazione dell’organismo» prosegue Giordo. «Si va dunque ad alterare il terreno, generando reazioni anomale soprattutto in quei soggetti già geneticamente predisposti. Ecco quindi che, per risolvere il problema, occorre andare a modificare il terreno, cercando di correggerne le alterazioni. Io per esempio propongo l’omeopatia, sia con rimedi cosiddetti appunto «di terreno», sia con rimedi più sintomatici, che danno sollievo al paziente nel momento acuto. Solo per citarne alcuni, in caso di reazione cutanea si può considerare Apis, mentre per la rinite allergica sono ottimi Euphrasia  e Allium Cepa, sempre a diluizioni basse, dai 5 ai 9 CH. Si può valutare e integrare con prodotti fitoterapici: si pensi al macerato glicerico di Ribes nigrum, l’antiallergico per eccellenza, o ancora all’Elicrisum per l’eczema, e tanti altri ancora».
La cura dell’alimentazione
«Occorre poi eliminare le cause dell’intossicazione cronica» prosegue Giordo. «E qui entra in campo l’alimentazione, che gioca un ruolo molto importante. Ad esempio, è buona norma evitare i cibi industriali, ricchi di conservanti, additivi o edulcoranti. I cibi in scatola, infatti, hanno un forte impatto sul sistema immunitario, proprio per le sostanze chimiche che contengono.
Altro genere di prodotti da evitare perché molto allergizzanti sono i latticini, che ormai peraltro contengono sostanze tossiche, come per esempio le diossine, che entrano nella catena alimentare e arrivano fino ai bovini, passando nel latte e quindi a noi, attraverso i mangimi o le contaminazioni ambientali. Per quanto mi riguarda, raccomando anche di evitare il più possibile i farmaci e i vaccini».
L’alimentazione, dunque, può diventare un formidabile alleato nel contenimento e nella risoluzione dei problemi allergici, se si ha cura di introdurre in quantità cibi freschi e possibilmente biologici, evitando, oltre ai latticini, anche i fritti, gli insaccati e il cioccolato. Se affrontate con strumenti naturali e disintossicanti, anche le allergie possono essere superate o, se non altro, estremamente contenute nelle loro manifestazioni.
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova
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