Prevenire l’alitosi
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Un disturbo antichissimo
Già Ippocrate (IV secolo a. C.) sottolineava l’importanza di gengive sane per avere un alito fresco, ma la più antica testimonianza relativa all’alitosi risale al 1550 a. C.: si tratta di un rimedio a base di vini ed erbe, da utilizzare per sciacquare la bocca. Naturalmente i collutori non mancano nemmeno oggi e possono essere efficaci al momento, ma più che coprire il cattivo odore bisogna pensare di eliminarlo alla radice risalendo alle cause. Tutti sappiamo che cibi come aglio, cipolla e porri lasciano nell’alito strascichi che possono durare anche 2-3 giorni. Ma in questo caso basta aspettare fiduciosi, masticando semi aromatici (finocchio, anice, cardamomo o coriandolo) per tamponare il problema. Altri due grandi colpevoli dell’alito cattivo sono fumo e alcol, che a differenza di aglio e simili non apportano benefici.
Fin qui, stiamo parlando però di cause esterne. Quelle che ci interessano maggiormente sono invece quelle interne: per il 90% dei casi, infatti, tutti i problemi nascono in bocca e dipendono da una cattiva igiene orale. Il restante 10% viene attribuito a problematiche diverse (problemi respiratori o gastrointestinali); perciò, se la questione non la risolve il dentista, bisogna rivolgersi a un internista. Ma per quanto riguarda la bocca c’è molto che possiamo fare…
Sempre nell’articolo:
>> Igiene orale inadeguata
>> Buone abitudini quotidiane
>> Come prendersi cura dei denti
>> L’importanza di una corretta alimentazione
>> L’acidità in bocca
>> I cibi consigliati e quelli sconsigliati
>> Primavera: il momento ideale per la depurazione
La descrizione completa dell’articolo “Prevenire l’alitosi” è disponibile nel numero cartaceo di Terra Nuova – Aprile 2011 o nella versione eBook.
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– Cucina naturale in 30 minuti